Germania. La Corte Suprema della Germania ha legalizzato l’eutanasia. Adesso i malati gravi la cui la vita è sostenuta artificialmente, previo accordo personale, si può staccare la spina dai macchinari medicali legalmente.
“La morte dolce” come l’eutanasia è definita nel dizionario di Oxford, è considerata come atto criminale dalla maggior parte dei Paesi europei che non raramente porta alla crescita del turismo “nero” quando per morire, i malati di cancro o i pazienti paralizzati, chiedono ai propri parenti di essere portati in Svizzera, Olanda, Lussemburgo o Belgio, dove l’eutanasia è legale.
La decisione della Corte Suprema della Germania è stata preceduta dal processo dell’avvocato Wolfgang Putz che ha consigliato alla sua cliente di staccare dai sistemi medicali la madre. La settantasettenne Erika Kuellmer è stata in coma per otto anni dopo un ictus cerebrale. Inoltre precedentemente dichiarava spesso che non voleva vivere in quelle condizioni. Dopo due giorni di distacco dal sistema medicale è deceduta e la figlia e l’avvocato sono stati arrestati per accusa di omicidio e favoreggiamento di crimine. Tuttavia con la nuova norma tutti e due sono stati assolti.
Adesso i malati gravi tedeschi non debbono più cercare “la morte dolce” all’estero. Per togliersi legalmente la vita i malati gravi chiedevano ai parenti di essere portarti in Paesi dove l’eutanasia è legalizzata, ha raccontato a “La Voce della Russia”, il direttore del Centro Studi Germanici dell’Istituto D’Europa dell’Accademia delle scienze della Russia Vladislav Belov:
In molti Paesi nessuno ha diritto di togliersi la vita volontariamente, soprattutto aiutare qualcuno a farlo, anche con l’aiuto di medicine, e dare così termine alle sofferenze. Noi parliamo di persone che soffrono e vogliono lasciare la vita. Perciò esiste un tipo di turismo speciale, nonostante non si possa chiamarlo turismo, quando le persone partono per gli altri Paesi dove l’eutanasia è legalizzata, per esempio, in Svizzera, e così ottengono il loro scopo.
Quelli che non possono permettersi di trasportare il malato in un altro Paese, seguono consapevolmente uno scenario più drammatico. Nei Paesi dove l’eutanasia è proibita, non sono rari i processi contro i parenti che staccano dagli apparati della vita artificiale propri vicini per via delle insistenti richieste del malato.
In Russia l’eutanasia è proibita. Il suo oppositore categorico è La Chiesa Ortodossa Russa. Tuttavia una parte dei russi sostiene la morte dolce e i molti malati gravi la chiedono ai medici, racconta a “La Voce della Russia” il medico di pronto soccorso Michail Kanevskij:
Come medico del pronto soccorso mi trovo spesso in appartamenti con persone gravemente malate. Sia ictus cerebrale, sia cancro, siano tante altre tipologie di malattia. Mi è stato chiesto più di una volta di fare una iniezione mortale ed io o scherzo o prometto di farlo, ma in realtà faccio normali iniezioni, cercando di rincuorare o di incoraggiare, nonostante che veda che il malato è incurabile.
A Zurigo, la città più popolare tra i “turisti dell’eutanasia”, ogni anno si tolgono la vita con questa pratica circa 200 persone. Ogni tanto vanno persone non gravemente malate o incurabili e questo fatto mette la legalizzazione dell’eutanasia in dubbio, perché alla base vi è la domanda eterna che tormenta l’umanità dai tempi antichi: chi ha diritto di decidere se vivere o no?