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Germania, terapie intensive piene: Baviera porta pazienti in Alto Adige, e i contagi continuano a schizzare

di Alberto Francavilla |18 Novembre 2021 10:54

Germania, terapie intensive piene: Baviera porta pazienti in Alto Adige, e i contagi continuano a schizzare (Foto Ansa)

Le terapie intensive sono piene in Germania. La Baviera ha portato due pazienti Covid a Merano, in Alto Adige, perché non ha più posti nei suoi ospedali. La situazione è anche peggiore di quella delineata dai dati ufficiali.

Infatti, come se non bastasse il picco di contagi da inizio pandemia, si stima che i contagi reali siano il doppio di quelli dichiarati nei bollettini ufficiali.

Covid Germania: picco di contagi (e forse ce ne sono il doppio)

Sono 65.371 i nuovi casi positivi da Covid registrati in Germania nelle ultime 24 ore (giovedì 18 novembre) dal Robert Koch Institut e 264 i decessi. Si tratta di un nuovo picco, dopo i 52.826 del giorno prima. L’indice settimanale è di 336,9 positivi su 100 mila abitanti. L’indice di ospedalizzazione è salito a 5,15 pazienti su 100 mila abitanti (ieri era 4,86).

“Non siamo mai stati così preoccupati come adesso”, “siamo in una situazione di emergenza molto seria” e “avremo un Natale davvero terribile se non intraprendiamo qualcosa contro la tendenza attuale”. È quello che ha detto il presidente del Robert Koch Institut, Lothar Wieler, in un intervento a una videoconferenza ieri sera a Dresda, secondo quanto riporta la Dpa. “Le stime sono più che fosche”, ha aggiunto. “Dietro le 50 mila infezioni registrate si nascondono almeno il doppio o il triplo dei numeri“, ha spiegato. “C’è una grande emergenza nel nostro Paese e chi non la vede commette un grave errore”.

Germania: ci sono pochi vaccinati e immunizzati

Il vero tallone d’Achille della Germania è proprio la bassa quota di immunizzati. Solo il 67,7% della popolazione ha la protezione completa (in Italia l’84%), mentre il 71% ha fatto la prima dose. Quattro milioni di persone si sono sottoposte poi al booster, sul quale si cerca di accelerare, promuovendolo a partire da 5 mesi dalla seconda dose (invece di sei).

Pesa certamente anche il vuoto di potere venutosi a creare dopo le elezioni di settembre che hanno aperto il post Merkel: “Ma al virus non interessa affatto se vi sia il governo reggente o quello effettivo in carica”, ha fatto presente la cancelliera, che non ha risparmiato critiche a Spd, Verdi e Liberali. Sono loro infatti che hanno frenato il vertice operativo con i ministri presidenti dei Laender, ovvero il consesso che ha gestito le precedenti ondate.

Il cosiddetto ‘semaforo’ vuole che la pandemia, d’ora in poi, si governi dal Parlamento. Ma l’allarme è già oltre i livelli di guardia: il Robert Koch Institut ha segnalato un indice settimanale di 319,5 pazienti su 100 mila abitanti. Il tasso di ospedalizzazione è arrivato quasi a 5 (il picco massimo federale fu 15,5 a dicembre).

Germania, terapie intensive piene: due pazienti trasferiti a Merano (Alto Adige)

Ma in alcune regioni, come Sassonia, Turingia e Baviera i sistemi sanitari sono già al limite delle forze. Al punto che dal Land di Monaco sono già stati trasferiti due pazienti a Bolzano e Merano nei giorni scorsi. “L’obiettivo è sempre stato quello di non sovraccaricare il sistema sanitario”, ha sillabato la cancelliera, “e l’amara verità è che in alcuni Laender questo non è più possibile”.

È arrivata poi dagli anestesisti la denuncia dai toni più disperati: “Il sistema sanitario va verso la catastrofe”, hanno avvertito, nel clima tesissimo provocato dalla mancanza di personale (soprattutto quello infermieristico) che ha prodotto la perdita di migliaia di posti di terapia intensiva.

E mentre fra i Laender si estende a macchia d’olio il cosiddetto 2G, che esclude i non vaccinati dai locali pubblici, il pacchetto sul tavolo del futuro esecutivo punta sul Green pass anche sul posto di lavoro e nei mezzi di trasporto pubblico; sui test quotidiani obbligatori nelle case di cura; e sull’obbligatorietà del telelavoro.

E’ aperto inoltre il dibattito sulla possibilità di rendere obbligatorio il vaccino per alcune categorie: i liberali, tendenzialmente contrari, hanno mostrato una nuova apertura, soprattutto per quanto riguarda le strutture sanitarie per anziani, dove però – avvertono – si rischia il contraccolpo di licenziamenti di massa. 

Diversi virologi hanno già sollevato la necessità di ridurre i contatti: Christian Drosten, dello Charitè, ha invocato misure da lockdown paventando altri 100 mila morti. E la Cdu vorrebbe prorogare lo stato di emergenza, in scadenza il 25 novembre. La giornata di domani è decisiva, e la politica dovrà sforzarsi di accordare le voci per evitare il collasso di un Paese.

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