PARIGI – Il copilota è quello dei due rimasto solo in cabina. Cabina che non ha aperto al comandante. Per malore, per suicidio o per follia. Un malore che lo avrebbe tenuto vivo ma impotente ai comandi, impossibilitato quindi anche ad azionare la combinazione numerica che riapre la porta della cabina di pilotaggio. Possibile ma improbabile.
Oppure una decisione suicida, un suicidio perpetrato nella forma crudele e megalomane di un suicido/fine di mondo, insomma portando con sè tutti quelli a bordo del volo Germanwings (è già successo c’è già stato un caso di pilota suicida con tutto aereo, equipaggio e passeggeri). Oppure non ha riaperto l cabina e ha pilotato l’Airbus A320 dritto contro la montagna per follia, per definizione inspiegabile follia. E’ stato Andreas Lubitz, tedesco di Montabaur, il pilota con meno esperienza, ad aver “attivato i bottoni per azionare la discesa dell’aeroplano”, del Germanwings. Lui sembra propria aver causato la morte sua e dei suoi passeggeri, in quello che potrebbe essere un suicidio, oppure un disegno folle, o ancora da non escludere del tutto, per un malore improvviso.
Le novità arrivano dal procuratore di Marsiglia, ovvero una fonte ufficiale dell’inchiesta, non è un’indiscrezione di stampa.
Andreas L. “sembrava vivo fino al momento dell’impatto” e voleva “distruggere l’aereo”. “Per noi inquirenti, l’interpretazione più plausibile è che il copilota si sia rifiutato di aprire la porta della cabina al comandante e abbia azionato il bottone per comandare la perdita di altitudine”, ha detto il procuratore di Marsiglia: “C’era la volontà di distruggere l’aereo”.
“Il copilota è di nazionalità tedesca e non è segnalato come possibile terrorista”, ha detto il procuratore. Alla richiesta di quale origine etnica fosse l’uomo, il procuratore non ha saputo rispondere, escludendo per il momento la pista terroristica.