Gran Bretagna invia tonnellate di plastica “sporca” in Malesia

Gran Bretagna invia rifiuti di plastica sporca in Malesia
Foto archivio ANSA

LONDRA – La Gran Bretagna ha inviato tonnellate di plastica “sporca” in Malesia: è quanto emerso da un’inchiesta del tabloid britannico Mirror che dopo aver ripreso 42 container di rifiuti illegali inviati nella “pattumiera del mondo” ha in questo modo, secondo quanto sostiene, svergognato il governo. 

Il team del Mirror ha scoperto che i rifiuti come cartoni, imballaggi per fast food, bottiglie per lavare i piatti e contenitori venivano bruciati illegalmente e riguardavano i prodotti dei principali supermercati britannici come Sainsbury, Tesco, Asda e Morrisons, molti sull’etichetta avevano il simbolo Union Jack seppure ormai sbiadito. In settimana è stato annunciato che verranno spesi più fondi pubblici a copertura dei costi di restituzione dei rifiuti che non avrebbero mai dovuto essere inviati in Malesia.

È illegale che qualsiasi rifiuto venga esportato dal Regno Unito per essere riempito a terra, scaricato o bruciato, spiega il Mirror. Un commercio che l’anno scorso ha fatto guadagnare 50 milioni di sterline a operatori senza scrupoli. Yeo Bee Yin, ministro della Malesia per l’energia, la scienza, la tecnologia, l’ambiente e i cambiamenti climatici, ha definito l’offerta del Regno Unito di riportare i rifiuti a casa “altamente lodevole”.

Lontano dal porto per navi container di Penang, dove arrivano i rifiuti, in Malesia il Mirror ha scoperto centinaia di tonnellate di plastica, in gran parte dalla Gran Bretagna. Si tratta di “plastica sporca” non riciclabile, mischiata ad altri rifiuti o non pulita correttamente. Un medico ha spiegato come la combustione dei rifiuti fuori da Penang abbia portato a migliaia di inalazioni di letale aria tossica, con conseguenti malattie.

Tonnellate di rifiuti trasportati dal porto di Penang in una discarica illegale gestita da gangster cinesi. I capi della mafia che gestiscono il commercio scaricano enormi carichi di immondizia proveniente dall’Occidente in negozi e case in disuso, lasciando che a farsi carico dei costi del corretto smaltimento siano i proprietari. (Fonte: Mirror)

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