Grecia, Atene ancora in piazza: no all'austerity

ATENE, 19 FEB – Solo poche migliaia di persone – 3.000 per la polizia, 5.000 per altre fonti – hanno raccolto oggi l'invito dei due maggiori sindacati ellenici e altre organizzazioni a radunarsi nella centralissima piazza Syntagma ad Atene, di fronte al Parlamento, per protestare contro le ultime e piu' dure misure di austerity adottate dal governo di coalizione per ottenere il secondo prestito dai creditori internazionali ed evitare la bancarotta della Grecia. Le proteste sono state organizzate alla vigilia della riunione dell'Eurogruppo di domani sera a Bruxelles che dovrebbe dare il via libero definitivo al secondo pacchetto di aiuti ad Atene.

A limitare l'afflusso in piazza Syntagma e' stato senz'altro il timore che potessero ripetersi i gravi disordini di domenica scorsa durante i quali tra i 500 e i 700 anarchici, anche stranieri, con i volti coperti da passamontagna hanno messo letteralmente a ferro e fuoco il centro della capitale. Il drammatico bilancio – il piu' grave in decenni di manifestazioni di piazza ad Atene – era stato di diversi palazzi, anche storici, dati alle fiamme, una novantina di incendi appiccati, circa 170 negozi distrutti e saccheggiati. I feriti sono stati 170, tra cui 70 poliziotti, e 74 gli arresti. La prima manifestazione in piazza Syntagma si e' svolta in mattinata e vi hanno preso parte circa 3.000 persone che hanno raccolto l'invito dei sindacati Gsee, che raggruppa i lavoratori del settore privato, e dell'Adedy, che rappresenta quelli del settore pubblico. Le due centrali sindacali hanno preannunciato un nuovo sciopero generale anche se non ne hanno indicato la data. Un'altra protesta e' stata inscenata da alcune centinaia di ''motociclisti indignati'' che, radunatisi presso piazza Omonia, si sono quindi diretti in corteo verso piazza Syntagma a bordo delle loro rombanti moto.

Nel pomeriggio, invece, sono confluite sulla piazza altre 2.000 persone circa, che hanno raccolto l'invito a manifestare rivolto loro da piccoli partiti di sinistra. Non si sono verificati incidenti di rilievo e, comunque, alcune centinaia di poliziotti in tenuta anti-sommossa hanno presidiato gli accessi al Parlamento e i punti piu' sensibili della grande piazza. I dimostranti hanno scandito slogan e innalzato striscioni con scritte antigovernative e contro l'Ue, la troika e la Germania del tipo ''abbasso il memorandum della fame'', ''fuori i politici dalla Grecia'', ''sciopero ad oltranza e rivolta popolare''. Nonostante cio', secondo un sondaggio d'opinione condotto dall'istituto Marc e pubblicato oggi dal quotidiano Ethnos, i greci sono favorevoli all'Unione europea malgrado il piano di austerita' imposto dai creditori, Ue e Fmi.

In base alla ricerca, infatti, il 75,9% degli intervistati si e' detto favorevole alla ''prospettiva europea'' della Grecia e non si augura un'uscita dall'euro. Solo il 19,6% delle persone intervistate si e' pronunciato per il ritorno alla dracma, moneta nazionale del Paese prima dell'adesione alla zona euro nel 2002. In particolare, un greco su due spera che il suo Paese ''alla fine resti nella zona euro nel caso in cui abbia successo il programma di pulizia dell'economia'' dettato dall'Ue e dal Fmi, mentre il 39% pensa il contrario. Il 66,5%, inoltre, si augura che il programma riesca, mentre il 60% prevede che ''se il programma non fosse stato approvato domenica scorsa dal Parlamento, la Grecia avrebbe rischiato di fallire''. Un voto che per il 48% dei greci e' stato, quindi, ''giusto''. Quanto ai responsabili della situazione attuale, per quattro greci su cinque sono ''i governi greci'', mentre il 9,3% punta il dito contro ''i mercati e gli speculatori'' e il 6% se la prende con ''gli europei e il Fmi''.

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