Grecia non paga, Svizzera dimezza le forniture di sangue

Pubblicato il 28 Febbraio 2013 - 17:17| Aggiornato il 16 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

ATENE – La Grecia non ce la fa a pagare e la Svizzera dimezza le forniture di sangue. Letteralmente dissanguati i greci, a causa di pagamenti arretrati, per cinque milioni di franchi (tre milioni dei nostri euro), che hanno costretto la Croce Rossa elvetica a prendere la drastica decisione.

Drastica e crudele, in particolar modo per la Grecia, paese ad alto tasso di anemia che è costretto da anni ad importare sacche di plasma dall’estero. “Non è stata una decisione facile”, ha spiegato il direttore delle donazioni internazionali della Crs, Rudolf Schwabe, all’agenzia di stampa Swissinfo.ch.

La Grecia importa dalla Confederazione elvetica circa 30 mila sacche di plasma l’anno, corrispondenti al 10% circa delle donazioni effettuate da Berna. “I costi per cui sollecitiamo il pagamento – ha specificato Schwabe – riguardano la conservazione, il trasporto, le spese di laboratorio e quelle amministrative; il sangue, sia ben chiaro, viene offerto gratuitamente”.

La Svizzera, naturalmente, non se ne lava le mani completamente, ma ha deciso di compensare il mancato invio delle sacche sostenendo una campagna sul posto che incentivi le donazioni e che agevoli la formazione di personale specializzato.

E così per non dissanguare ulteriormente le finanze dello Stato, ora la Grecia si trova dinanzi al rischio, letterale, di dissanguamento dei propri cittadini. Il problema, del resto, si trascina da anni ma non si risolve certo cessando di punto in bianco l’import di sangue. Per questa ragione si è preferito procedere con una soluzione graduale, che comunque peserà sulla salute di migliaia di malati gravi.