Nei colloqui tra Russia e Ucraina sono stati fatti “alcuni progressi”. Lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin, durante un incontro con il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko. “Senza dubbio, vi informerò sulla situazione in Ucraina. Prima di tutto, ci sono dei progressi dei negoziati che sono condotti praticamente ogni giorno. Come mi hanno detto i nostri negoziatori, alcuni cambiamenti positivi sono stati raggiunti”, ha detto Putin. Nella notte però i russi hanno bombardato Lutsk, un asilo a Dnipro e a Kiev, solo poche ore fa, sono scattate le sirene antiaereo. A Mariupol e Kharkiv, dove è stato attaccato un ospedale psichiatrico, continua l’assedio.
Ucraina teme attacco russo alla centrale di Chernobyl
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto sapere che l’Ucraina ha “già raggiunto una svolta strategica. Siamo già sulla strada per la vittoria”. Desta allarme però quanto rivelato dai servizi di sicurezza ucraini, secondo i quali i russi starebbero preparando un attacco alla centrale nucleare di Chernobyl e il loro obiettivo sarebbe poi attribuire a Kiev le responsabilità del disastro.
La Russia annuncia piano per ammassare truppe su confine Nato
La Russia inoltre avrebbe già pronto anche un piano per ammassare nuove truppe militari sul confine Nato a occidente. A rivelarlo pubblicamente è stato il ministro della Difesa di Mosca, l’ex generale Sergei Shoigu. Durante la riunione del Consiglio di sicurezza russo, alla presenza di tutti i ministri e di Putin, Shoigu infatti ha apertamente confermato che le forze armate russe hanno approntato un piano dettagliato di rafforzamento militare sul confine ovest del Paese in chiave anti Nato. Secondo lo stesso ministro si tratta di una mossa difensiva alla luce delle dichiarazioni dei paesi Nato e del rafforzamento militare ordinato dall’Alleanza atlantica seguito dell’invasione dell’Ucraina.
Nato che però, per bocca del segretario generale Jens Stoltenberg, non vuole una guerra con la Russia né un’estensione del conflitto al di là dell’Ucraina. Per Stoltenberg una no-fly zone sull’Ucraina porterebbe con molta probabilità a un conflitto diretto tra la Russia e la Nato.