Hallstatt. I cinesi “clonano” una cittadina austriaca

Hallstatt

HALLSTATT – L’ultima frontiera del “tarocco” cinese? La clonazione di un’intera cittadina. Dopo giocattoli, borse, vestiti e apparecchiature tecnologiche la Repubblica popolare ha deciso di realizzare nei suoi confini la copia perfetta di Hallstatt, un paesino austriaco riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’umanità nel 1996. Nei mesi scorsi gli architetti asiatici hanno studiato attentamente il borgo alpino di 800 abitanti, per riprodurlo nel distretto di Boluo, provincia meridionale cinese del Guangdong. nei minimi dettagli, lago compreso.

Ad aprile è stata posta la prima pietra del progetto di costruzione “Wukuang Hashitate”, realizzato dalla società statale China Minmetals, leader nel settore dei metalli, che negli ultimi anni si è buttata sull’immobiliare. Sul portale web della società, la Hallstatt cinese viene descritta come «un sofisticato complesso residenziale in stile europeo» e si sottolinea che «la via principale rappresenterà una tipica località austriaca». I lavori dureranno sei anni e il costo sarà di 6 miliardi di yuan, circa 645 milioni di euro.

Se gli operatori turistici della zona, così come quelli austriaci, parlano di una straordinaria opportunità per il mercato cinese, i cittadini di Hallstatt non sono per nulla entusiasti del clone d’oriente. «La popolazione non ha affatto gradito che tutto ciò sia capitato alle loro spalle – ha spiegato il sindaco della cittadina Alexander Scheutz – Architetti e ingegneri cinesi hanno visitato Hallstatt e appuntato di nascosto ogni dettaglio, ogni angolo del paese». Solo per caso e attraverso alcuni rappresentanti austriaci in visita a Hong Kong il primo cittadino è venuto a conoscenza del progetto.

«Non ci siamo mai accorti di architetti cinesi venuti per “spiare” lo stile architettonico della nostra cittadina: ogni anno arrivano da noi quasi 800.000 turisti giornalieri che fotografano tutto e tutti» ha proseguito il sindaco. Se il progetto violi il diritto d’autore ancora non è chiaro. Ma secondo Barbara Neubauer, a capo dell’ufficio per la conservazione dei beni culturali austriaci, solo i singoli proprietari potranno provare ad appellarsi a un tribunale, se riterranno che i loro diritti siano stati calpestati dai cinesi.

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