ROMA – La maggioranza dei tedeschi è contraria a un divieto della pubblicazione del Mein Kampf di Adolf Hitler, dopo la scadenza dei diritti che avverrà il 31 dicembre di quest’anno, dopo 70 anni dalla morte del dittatore. Diritti detenuti finora dal Land di Baviera che ha sempre rifiutato di utilizzarli per la pubblicazione.
Lo rivela un sondaggio dell’istituto YouGov, secondo il quale il 51% degli interpellati si è detto contrario. Solo il 32% si è invece detto favorevole, il 17% è indifferente. Il 48% pensa che l’eventuale nuova pubblicazione del libro non darà nuovo impulso all’estremismo di destra, il 40% invece lo teme. Il 21% degli interpellati ha ammesso di aver già letto i contenuti del libro.
Hitler pubblicò il Mein Kampf nel 1925, esprimendo già tutti i concetti base dell’antisemitismo e della politica di conquista che saranno caposaldo della sua azione politica. Negli anni del nazismo, il libro era presente in quasi tutte le librerie delle famiglie tedesche. Alla fine di quest’anno, ai 70 anni dalla morte del dittatore, i diritti d’autore tornano liberi. La circostanza che il libro possa tornare in circolazione ha scatenato un dibattito fra storici e giuristi.
In Francia, l’editore commerciale Fayard ha annunciato la sua pubblicazione nel 2018. Parla di “pubblicità inaccettabile” la storica della Shoah Annette Wieviorka. L’aggravante è che “il libro vende” anche se l’editore devolverà gli utili in beneficienza. Per i contrari, una edizione dovrebbe essere affidata solo a una istituzione universitaria, in grado cioè di collocare nel giusto contesto storico il libro approntando una specie di rete di sicurezza intellettuale.
Di diverso avviso lo storico del nazismo Christian Ingrao. Il punto, secondo lui, resta l’equivoco di fondo sulla ricezione storica del personaggio Hitler e del nazismo: “Bisogna smetterla di respingere Hitler e il Mein Kampf nel patologico e nella demonologia, e iniziare a considerarlo solo in termini storici politici”.