ROMA – Hollande-Julie Gayet: “Liberté e moralité”, Francia tartufesca e liberticida. Il caso del colpo di fulmine (ma è parecchio che va avanti la tresca) tra il premier francese Francois Hollande e la bella attrice Julie Gayet, insieme ai tentativi maldestri di mettere il bavaglio al comico nero e anti-semita Dieudonnè, rivela la mentalità tartufesca di una Francia costretta a censure di Stato per sanzionare vizi pubblici e privati in nome del politicamente corretto che è l’estremo rifugio del moralismo che sacrifica libertà di stampa e di parola. “Liberté e moralité”: sul Giornale di ogni 13 gennaio, Stefano Solinas passa in rassegna la trasformazione della Patria di tutte le “liberté”, del paese di Voltaire, ridotto a nazione di falsi moralisti e finti devoti. Dal comico censurato alle amanti clandestine, la libertà è per tutti ma non per qualcuno. Intendendo anche – perché no? – il doppio registro morale che autorizza a spiare dalla serratura ogni contorsione di un Berlusconi e invoca la sacralità del diritto alla privacy quando le avventure boccaccesche all’ombra dell’Eliseo.
Ah, la clarté francese, lo spirito cartesiano, l’ esprit de finesse, la Pompadour, les troubadours, le cachesex, il godemiché. Nel cancan (mai parola fu più appropriata) di un capo dello Stato che fa ridere, un attore di varietà che fa piangere, un’amante scaricata che sta all’Eliseo, un’altra in carica che se ne sta nascosta poco lontano, un ministro degli Interni che si sostituisce ai tribunali, una stampa che cincischia, un’opinione pubblica che,molto probabilmente, se n’en fiche , se ne infischia, avendo problemi più grandi a cui far fronte, più che una nazione la Francia sembra L’albergo del libero scambio di Feydeau, dove si chiudeva una porta e usciva il fedifrago, se ne apriva un’altra ed entrava il cornuto, si bussava a una terza e arrivava la polizia, la portiera, il prete,l’ufficiale giudiziario. (Stefano Solinas, Il Giornale)