Diplomatici britannici: indennità di rischio per vivere a Rio o Città del Capo

Pubblicato il 5 Aprile 2010 - 17:42 OLTRE 6 MESI FA

La spiaggia di Copacabana a Rio de Janeiro

I dipendenti delle ambasciate britanniche che vivono in alcuni luoghi paradisiaci come i quartieri turistici di Copacabana e di Ipanema a Rio de Janeiro oppure nello splendido arcipelago caraibico di Turks e Caigos ricevono  una sostanziosa indennità dal Ministero degli Esteri britannico per i «disagi» vissuti in questi territori «difficili».

Luoghi famosi per il turismo e la bella vita sono equiparati dal Foreign Office a territori dove esistono realmente gravi pericoli e profondi disagi. Ciò ha scatenato l’ironia del quotidiano britannico che ha raccontato ai propri lettori quest’assurda interpretazione della realtà che costa molto cara ai contribuenti britannici.

Il Times scrive che gli extra economici offerti per il «disagio territoriale» sono corrisposti non solo ai diplomatici che lavorano in territori martoriati dalla guerra e dal terrorismo come il Pakistan e la Nigeria, ma anche a quelli che vivono in città come Bangkok, Dubai, Buenos Aires e in alcune isole caraibiche. Secondo le stime del quotidiano britannico un diplomatico che vive assieme a sua moglie a Rio de Janiero riceve annualmente circa 2200 sterline extra, mentre il dipendente single si deve accontentare di 1.100 sterline.

La stessa somma è offerta ai diplomatici che vivono a Istanbul o a Città del Capo, in Sud Africa. Invece i dipendenti costretti a risiedere nella lontana isola di Grand Turk nei Caraibi ricevono la bellezza di 2800 sterline se vivono assieme alla rispettive mogli e di 1400 sterline se invece sono senza famiglia. Naturalmente l’indennità per i diplomatici che vivono in Pakistan o in altri luoghi veramente disagiati è molto più alta.

Un portavoce del ministero degli Esteri britannico ha dichiarato al Times: “Il Foreign Office paga le indennità extra a titolo di risarcimento per coloro che si trovano in luoghi pericolosi e impegnativi. Queste indennità sono rivedute periodicamente affinché risultino idonee allo scopo». Gillian Merron, ex sottosegretaria agli affari esteri britannici, difende le indennità: «Gli extra sono pagati a tutto il personale che vive in posti pericolosi, difficili o isolati. Questo denaro è offerto ai dipendenti del ministero degli Esteri affinché possano sostenere un tenore di vita simile a quello dei cittadini del Regno Unito».

Né le spiegazioni dell’ex sottosegretaria né quelle del portavoce del Foreign Office sembrano aver convinto i lettori del Times. La maggior parte di questi, nei commenti all’articolo postati sul sito, boccia senza mezze misure il sistema delle indennità: «Sono stato a Rio de Janeiro e ho soggiornato al Guanabarra Palace a poche miglia da Copacabana – scrive il lettore Ivan de Nemethy – Non mi sembra proprio un quartiere disagiato». La prende con ironia il lettore Anthony Gumbs che scrive: «Oh sì, il sole, la spiaggia, il mare, il rhum, il sesso e il divertimento! Davvero un lavoro duro…e quanti incredibili disagi…ma qualcuno pur deve farlo!».