ROMA – Aveva il lavoro che sognava, una fidanzata. Ma Andreas Guenter Lubitz, il copilota che avrebbe fatto precipitare il volo Germanwings sulle Alpi francesi, aveva altri fantasmi. Una depressione forte, così forte da averlo costretto in passato, nel 2009, a sospendere il suo addestramento come pilota. ”Una sindrome da burnout, una depressione’ scrive il sito del quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung citando la madre di un’amica d’infanzia, con cui cui il Andreas Guenter si sarebbe confidato in passato.
E’ possibile che sia stato un momento di ritorno di questa depressione che credeva sconfitta a prendere il controllo. A fargli decidere di morire portando con se altre 150 persone innocenti e inconsapevoli di tutto (se si esclude il primo pilota) fino a pochi istanti prima dello schianto.
Una sindrome, quella di Andreas Guenter che comporta il “deterioramento dell’impegno al lavoro” e problemi emozionali profondi. Una domanda sorge però spontanea: possibile affidare un volo ad una persona che in passato aveva sofferto di un problema di questo tipo?