Ictus per lo shampoo: Adele Burns chiede risarcimento da 1 milione di sterline al parrucchiere

Ictus da salone di bellezza: va dal parrucchiere e resta paralizzata
Ictus per lo shampoo: Adele Burns chiede risarcimento da 1 milione di sterline al parrucchiere

ROMA – Sei shampoo in 5 ore le hanno provocato un ictus. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Adele Burns, 47 anni e originaria di Glascow, è rimasta paralizzata e ha chiesto un risarcimento da 1 milione di sterline al suo parrucchiere. L’ictus sarebbe stato provocato dalla “sindrome del salone di bellezza”, in cui la posizione del collo durante il lavaggio può provocare un coagulo di sangue o una difficoltà di circolazione.

L’episodio risale al 21 aprile 2016, quando la donna si recò dal parrucchiere per fare una tinta e un taglio. Dopo il trattamento, in cui le sono stati lavati i capelli con fare vigoroso per sei volte in 5 ore, la donna ha iniziato ad avvertire un forte mal di testa. Il giorno seguente il dolore è aumentato e la vista ha iniziato ad appannarsi. La donna ha chiesto aiuto telefonicamente al marito, che quando è arrivato l’ha trovata svenuta.

La donna è stata ricoverata in ospedale, dove le è stato diagnosticato un ictus cerebrale che le ha paralizzato la parte destra del volto, impedendole di parlare. Secondo i medici del John’s Hospital di Livingston, dove è stata ricoverata, Adele avrebbe avuta una ischemia dovuta proprio agli shampoo energici, che le hanno provocato dei traumi al collo e un coagulo di sangue che ha causato l’ictus.

La Burns prima dell’ictus non aveva mai avuto patologie che potessero provocare l’attacco e ora ha citato in tribunale il salone di bellezza Rainbow Rooms per il trattamento, costato 250 sterline, e ha chiesto un risarcimento da un milione di euro. La donna da dopo l’attacco non è più autosufficiente e per pagare le cure ha dovuto vendere la casa.

Per i coniugi Burns, l’accaduto era evitabile e il marito ha dichiarato: “Dovrebbero vergognarsi per quello che hanno fatto allora e per quello che continuano a fare ancora oggi, non riconoscendo le proprie colpe e costringendoci a questa causa penosa”.

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