Il principe Harry: il fascino scapestrato della monarchia (inglese)

LONDRA – Il principe Harry ha solo 28 anni, ma in libreria ci sono già 7-8 biografie su di lui, il secondogenito della coppia Carlo d’Inghilterra-Lady Diana. Se si vuole conoscerlo meglio, però, non bisogna andare in biblioteca ma al bar. Anzi, ai bar che Harry il rosso (di capelli) è solito frequentare fino all’alba.

“È un ragazzo incredibilmente piacevole”, per il barista del Rum Kitchen. “Uno coi piedi per terra, molto divertente” secondo una cameriera del Bodo’s Schloss. “È uno spontaneo”, dice un manager del Mahiki. Harry scivola nella nightlife londinese e, come molti suoi coetanei, lo fa con un portafoglio gonfio e un certo gusto per i locali kitsch. Ma una delle cose insolite in questo principe è la sua “normalità”.

Certo, la madre di Harry, persona un po’ meno ingessata del padre, ha giocato un ruolo fondamentale nell’educazione del principino. Diana ha lottato fino alla fine perché Harry e il suo fratello maggiore non venissero risucchiati e repressi dalla disciplina militare con la quale vengono forgiati i reali inglesi. Pare che Diana abbia avuto più successo con il suo figlio minore.

Ha scritto Chris Hutchins, il giornalista e ultimo biografo di Harry: “Lui ha fatto tutto il possibile per essere uno come gli altri, per avere una vita normale”. Una ragione per cui i britannici sono più ben disposti verso un principe noto per le sue sbronze è che loro possono riconoscersi in lui. Harry è arrivato al terzo posto nella classifica dei membri più popolari della famiglia reale, superando suo padre Carlo e restando dietro solo al principe William e alla Regina. Per i giovani è un mito: è il Windsor più “rilassato” degli ultimi decenni.

Ogni monarchia vive di immagini e rituali, ma corre anche il rischio di essere ingessata da questi rituali. Ai funerali di Margaret Thatcher, la regina Elisabetta e il principe consorte sono rimasti così immobili nelle loro poltrone di velluto da sembrare le statue di cera di loro stessi. Per non parlare della principessa Kate, perfetta nel suo “sorriso di plastica”.

Harry, al contrario, è imprevedibile, refrattario alle regole e impulsivo, non molto diverso da sua madre. Appare come l’unico con un anima in un mondo di sorrisi di plastica. E la sua famiglia sta iniziando ad apprezzare il valore di un principe che non sempre è attento all’etichetta. Più che a suo fratello, spetterà ad Harry dimostrare che i Windsor sono al passo coi tempi, che potranno regnare anche per tutto il 21° secolo. Per questo si parla sempre più di lui, e non solo perché mezza stampa inglese vive in attesa della sua prossima bravata.

Harry però non apprezza l’attenzione costante dei media nei suoi confronti, perché gli ricorda che non è uno come gli altri. Odia i paparazzi da quando nel 1997 sua madre morì proprio cercando di fuggire dai flash dei fotografi a tutta velocità per le strade di Parigi. Ma il prestigio della monarchia passa anche attraverso l’esposizione dei reali sulle copertine dei giornali di gossip: Harry ne è consapevole e sa di dover scendere a patti con microfoni e telecamere.

Il secondogenito di Diana è terzo nella linea di successione al trono, dietro Carlo e William. Ma scivolerà al quarto posto quando sarà nato il figlio che Kate porta in grembo. Quindi sarà molto difficile che Harry diventi re: cosa che gli dà una libertà che William non avrà mai. Quando era piccolo, Harry disse a suo fratello maggiore: “You’ll be king one day. I won’t, so I can do what I want“.

Harry è apparso come quello nella famiglia che era rimasto più colpito dalla morte di sua madre. Scoprì presto l’alcol e, alla festa per il cinquantesimo compleanno di suo padre, si ubriacò, si tolse i vestiti e corse nudo in mezzo agli ospiti. Aveva 14 anni. E questa fu la prime di molte “imprese” etiliche. Molti interpretarono i suoi eccessi come una reazione alla perdita della madre, ma in realtà non si stava comportando molto diversamente dai suoi amici e dai suoi coetanei. A cavallo del millennio l’Inghilterra era l’isola del party all-you-can-drink. Harry, in una forma estrema, stava vivendo la vita normale che Diana aveva sempre desiderato per lui e suo fratello.

Nessuno si sorprese che a scuola prendesse voti più bassi di William. Trasformò il seminterrato della residenza reale di Highgrove House in una discoteca, bar incluso. Nelle feste girava droga. E tante ragazze. Il territorio di caccia di Harry erano i pub vicino Highgrove. La sua battuta preferita per concludere felicemente la serata era – riferisce il biografo Hutchins: “In che modo ti piacerebbe venire nel mio palazzo per un drink?” Una domanda che non contempla una risposta negativa.

A 17 anni ammise di aver fumato erba. La stampa lo chiamava “His Royal High-Ness”, che potremmo tradurre con un “Sua Fattezza Reale”. I suoi amici lo ribattezzarono “Hashish Harry“. Visto dalla prospettiva Windsor, il problema non era che ad Harry interessassero donne, droghe ed alcol. Ma il fatto che lo si sapesse pubblicamente. Un problema enorme ora che qualunque invitato o imbucato alle feste può estrarre al momento giusto uno smarthphone e trasformare una serata con Harry in una busta di contanti: quattro scatti col telefonino possono valere oro. Così siamo di fronte al primo principe i cui stravizi sono trasmessi in tempo reale.

C’è un sito interamente dedicato a lui: si chiama Prince Harry Watch, monitora i suoi spostamenti e le sue bravate: “L’hanno visto a Miami”, “ecco le foto di Harry nudo”…

Il ragazzo, comunque, è un po’ più cauto da qualche tempo. Un passaggio importante è stata la sua missione come soldato in Afghanistan, iniziata nel 2007: chi lo conosce dice che “è diventato più serio da allora, più uomo”. Il “vantaggio” della campagna afghana è stata l’assenza dei fotografi, un “news blackout” imposto dal ministero della Difesa per preservare l’incolumità di Harry e del reparto che era insieme a lui: un Windsor è un obiettivo ghiottissimo per i talebani. Da soldato in Afghanistan ha trovato la libertà che nel resto del mondo può scordarsi: essere se stesso, un ventenne circondato da altri ragazzi della sua età. E vada che “essere se stesso” significa divertirsi un po’ troppo a salire sugli elicotteri da combattimento.

Il 2012 è stato il suo anno migliore: Vanity Fair lo ha eletto come il Windsor più elegante. È riuscito a convincere nonna Elisabetta a far suonare il gruppo ska dei Madness sul tetto di Buckingham Palace, e non pago ha convinto la regina a girare un video con Daniel Craig (l’ultimo James Bond) per presentare le Olimpiadi di Londra. Harry si conferma quindi il cavallo di Troia col quale i reali inglesi possono superare il muro del XXI secolo.

In compenso, sta diventando più noioso. Ha una quasi-fidanzata, Cressida Bonas, di quattro anni più piccola di lui. E le “Harryate” dell’ultimo periodo si limitano a una camminata barcollante fuori dalla casa di alcuni amici, dopo aver spaccato un paio di bottiglie di vino. Ma i fotografi e i giornalisti che lo seguono sanno che quella del noioso fidanzatino non sarà l’ultima delle vite di Harry.

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