Ventimiglia, derby Italia-Francia sugli immigrati. Parigi: “Teneteveli voi”

PARIGI – Nuovo scontro tra Francia e Italia. E questa volta non riguarda quote e partecipazioni in aziende. La miccia dello scontro è divampata a Ventimiglia: gli immigrati arrivati fino alla cittadina ligure alle porte della Francia sono fermi al confine. Parigi non li vuole. Ieri, 30 marzo, il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini aveva stigmatizzato la scarsa solidarietà dei vicini.

Oggi i transalpini si “difendono” dalle accuse di Frattini e finiscono per incolpare proprio l’Italia, per bocca del portavoce del ministero degli Esteri Bernard Valero: “Gli immigrati in situazione irregolare devono essere’rimpatriati nei loro Paesi di origine a partire dal Paese nel quale sono entrati nello spazio Schengen. Noi applichiamo semplicemente il diritto, come definito negli accordi Schengen, la convenzione di Dublino, e l’accordo bilaterale di riammissione bilaterale di Chambery”, firmato nel 1997 dai governi di Italia e Francia”.

Il portavoce del Quai d’Orsay ha anche sottolineato che ”non spetta naturalmente a noi commentare i dibattiti di politica interna”. La Francia ”non ignora in alcun modo le sfide migratorie rappresentate dalle evoluzioni in corso nella sponda Sud del Mediterraneo, né la situazione alla quale l’Italia e altri sono confrontati. Al contrario siamo pienamente mobilitati”, ha detto Valero.

In particolare, ha aggiunto il portavoce, ”abbiamo messo a disposizione dell’agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne, Frontex, mezzi umani e logistici nel quadro dell’operazione Hermes, che è attualmente condotta su richiesta dell’Italia al largo delle coste e sul territorio italiano”.

Commentando le parole pronunciate ieri dal ministro degli Esteri, Franco Frattini il portavoce del Quai d’Orsay ha anche sottolineato che la Francia ha chiesto all’Unione europea di mobilitarsi sul tema. ”L’argomento – ricorda Valero – è stato così evocato in sede europea: al consiglio Giustizia e Affari Interni (Gai) del 24 febbraio, poi al livello di capi di Stato e di governo nei consigli europei dell’11 marzo e del 24-25 marzo. Lo sarà di nuovo nel Consiglio Gai dell’11 e 12 aprile e poi al Consiglio europeo di giugno, sulla base di proposte concrete, richieste alla Commissione” Ue di Bruxelles.

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