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Immigrazione, rumeni e bulgari raddoppiati in tre anni in Inghilterra

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Inghilterra, rumeni e bulgari raddoppiati in tre anni

LONDRA – Il numero di persone di nazionalità rumena e bulgara, che risiedono in Inghilterra, è raddoppiato nell’arco di tre anni, periodo di tempo in cui le restrizioni nei confronti dell’immigrazione sono state rafforzate.

Nel 2016, circa 413.000 persone dei Paesi sopracitati viveva in Inghilterra, un numero sufficiente per riempire una città delle dimensioni di Cardiff. Rispetto alle 186.000 censite nel 2013, la cifra è più che raddoppiata dopo aver ricevuto, a gennaio 2014, il diritto di lavorare liberamente nel territorio; prima di allora, rumeni e bulgari rispetto al lavoro e alla residenza avevano determinate restrizioni.

Nel 2004, il governo laburista aprì le porte all’immigrazione dalla Polonia e a sette altri Stati dell’ Europa dell’est, mentre altri Paesi, come la Germania e la Francia, avevano imposto delle restrizioni; il governo Blair predisse un flusso annuale relativamente basso, tra le 5.000 e le 13.000 persone, che in cinque anni si è trasformato nell’arrivo di circa un milione di persone.

A seguito dell’enorme errore di calcolo, ci si sarebbe aspettata un po’ più di precauzione quando, all’inizio del 2014, le restrizioni circa Romania e Bulgaria vennero abolite dal governo della Coalizione, scrive il Daily Mail.

Questa settimana, l’ufficio per le Statistiche Nazionali ha stimato che circa 413.000 tra rumeni e polacchi hanno residenza nel Regno Unito: di questi, circa 150.000 erano già nel Paese prima del 2014.

La maggioranza, l’81%, ha tra i 16 e 64 anni; circa 211.200 persone hanno un lavoro, mentre 11.500 si stima siano disoccupate.

In Inghilterra, i lavori maggiormente svolti da rumeni e bulgari, sono nel settore

dell’edilizia, alberghiero e della ristorazione, così come quello della pubblica amministrazione, salute ed educazione.

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