Internet e politica: la Germania all’attacco dei colossi dell’informatica

Pubblicato il 13 Marzo 2010 - 09:44 OLTRE 6 MESI FA

Oltre all’ondata di scandali che minaccia la reputazione della Chiesa Cattolica Tedesca, c’è un altro tema che in questi giorni tiene banco in Germania: internet. Dopo anni di relativa incuranza, i politici tedeschi sembrano di colpo essersi accorti dell’esistenza della rete, delle sue potenzialità e soprattutto dei suoi pericoli. Ergo, dell’esigenza di regolarla. Ed ecco che giorno dopo giorno si annunciano nuove misure, si prospettano leggi regolatrici, si formano commissioni parlamentari.

La privacy tedesca è ben nota, l’ostinazione con cui è difesa anche. Blitz si è già in passato occupata della querelle che ha contapposto il Governo Tedesco alla potente compagnia americana Google riguardo al servizio Street View. Una legge è stata promessa dal Ministero per i Consumatori per regolare, in maniera estremamente costringente, le procedure per l’acquisizione e l’utilizzo delle immagini di Street View.

Se i politici si sono accorti delle problematiche poste dalla rete relative alla privacy, alla gestione dei dati, all’equilibrio tra libertà di espressione e eticità, sono stati i problemi giuridici che, sempre più numerosi, si registrano in tutta Europa, a condurre a questa consapevolezza. Nel vasto mare magnum di Internet, infatti, le lacune legislative permettono in teoria le pratiche più svariate, salvo poi scontrarsi con le sensibilità dell’opinione pubblica e con le risposte della politica.

In Germania la Corte Costituzionale ha recentemente invalidato una legge voluta dal precedente governo, la quale, prendendo spunto da una direttiva europea, imponeva alle compagnie nazionali di telecomunicazione di conservare i dati degli utenti. In Italia, tre dirigenti di Google sono stati condannati a sei mesi di prigione per non aver censurato un filmato pubblicato su Google Video in cui dei liceali malmenavano uno studente disabile. Gli esempi potrebbero essere moltiplicati facilmente.

L’importanza delle tematiche relative ad Internet è sempre crescente ed è destinata, mano a mano che gli strumenti della rete si faranno in futuro più pervasivi ed efficaci, a diventare sempre più politicamente determinante. Un buon indicatore di questa rilevanza è senz’altro la fondazione in Germania di un partito politico da parte degli hacker di Pirate Party. Alle elezioni amministrative di Berlino i « pirati » hanno ottenuto un onorevole score del 2 percento. Abbastanza per far drizzare le orecchie a qualche politico di professione.

Si spiega anche così il perché l’establishment tedesco abbia compreso la posta in gioco che si cela dietro questo tema.

Ilse Aigner, ministro dei consumatori, ha indossato da tempo i panni del difensore delle libertà civili contro l’invasione americana. « Sanno cosa ci interessa, cosa compriamo, la gente che frequentiamo » – ha affermato il ministro. Il governo tedesco ha dunque dei nuovi nemici. Si tratta dei colossi dell’Informatica, Apple, Microsoft, Amazon, MySpace e i temibilissimi Google e Facebook.

Questo nuovo corso della politica in Germania rivela un’attitudine europea. Google Street View non ha suscitato nessun dibattito in America, in Germania e in Inghilterra ha incontrato resistenze a tutti i livelli.

Quando si parla di libertà gli americani e gli europei pensano a due cose diverse. Da un lato dell’Atlantico c’è chi vuole liberare i consumatori, dar loro più scelte e meno intralci, anche a scapito della privacy; dall’altra sponda, c’è chi vuole proteggerli, difendendoli da un mercato che non sempre, si suppone, si autoregola per il meglio. Facebook e Google sono dei colossi commerciali che hanno realizzato il sogno di tutti i servizi segreti, un’immensa banca dati mondiali e il cui unico principio motore è basato sulla crescita esponenziale. Sapendo questo, forse, in questo caso, la preoccupazione europea non è del tutto fuori luogo.