Isis parla italiano: attentato Londra rivendicato nella nostra lingua

Isis parla italiano: attentato Londra rivendicato nella nostra lingua
Isis parla italiano: attentato Londra rivendicato nella nostra lingua

LONDRA – L‘Isis ora parla anche italiano. Sui network vicini al Califfato che celebravano l’attacco di Londra, oltre alla solita retorica e alle minacce di altri imminenti attacchi, colpisce la scelta delle lingue utilizzate per i proclami. Generalmente il sedicente Stato Islamico si rivolge al mondo degli “infedeli” in arabo, inglese e francese. Ma questa volta il messaggio è stato diffuso anche in italiano. Era già successo con l’uccisione di Anis Amri, il killer di Berlino: ma essendo avvenuta a Sesto San Giovanni, su territorio italiano, la cosa non aveva destato troppi sospetti.

Come riporta Cristiana Mangani sul quotidiano Il Messaggero, gli investigatori hanno escluso qualsiasi collegamento tra Khalid Massood, l’attentatore di Londra, e il nostro Paese. Ma la scelta di includere l’italiano appare interessante dal punto di vista della propaganda del Daesh. Del resto, minacce all’Italia, erano già giunte dal Califfato: le immagini della bandiera nera che sventolava sulla cupola di San Pietro sono state più volte diffuse dalla rivista Dabiq.

Qualche preoccupazione in più arriva invece da un nuovo organo jihadista, il magazine Rumiyah, che tradotto dall’arabo vuol dire appunto Roma. Scrive Il Messaggero:

Il primo numero è stato immesso on line dalla struttura mediatica di Daesh, al Hayat. “Riguardo alla scelta del titolo sono possibili varie ipotesi – analizzano gli 007 – ma in ogni caso è evidente il richiamo a Roma (intesa non solo come località geo-referenziata ma anche, in senso più ampio, come simbolo del mondo crociato) quale meta finale dell’avanzata militare del Califfato”. Il magazine è realizzato in diverse edizioni, inglese, francese, tedesco, russo, turco, uiguro, pashtun, bosniaco, curdo e indonesiano, però non in italiano, anche se i contenuti spesso ci riguardano. La pubblicazione viene considerata destinata a tutti i seguaci di al-Baghdadi e, proprio a fronte di una minore enfasi in tema di dimensione territoriale del Califfato, si sofferma sugli attacchi da compiere in Occidente, per i quali fornisce suggerimenti tecnico-operativi.

E’ da quelle pagine che è stato diffuso il messaggio di colpire i mercatini, le strade, i luoghi affollati, e di usare armi da taglio e mezzi di trasporto comuni per passare più facilmente inosservati. Ed è attraverso la lettura dei testi che emerge chiaramente quanto la perdita di territorio in Siria e in Iraq, abbia spinto gli estremisti islamici di tutta Europa a innescare una catena di vendette nel Vecchio continente con azioni isolate, poco sofisticate, ma non per questo meno pericolose. E’ stato così a Nizza, a Berlino e ora anche Londra, dove Massod ha colpito senza una strategia di gruppo. Tanto che anche Scotland Yard conferma: «Ha agito da solo, forse non riusciremo mai a capire perché lo ha fatto».

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