Jack the Stripper, il serial killer di Londra è Freddie Mills? I nuovi sospetti

Jack the Stripper, il serial killer di Londra è Freddie Mills? I nuovi sospetti
Jack the Stripper, il serial killer di Londra è Freddie Mills? I nuovi sospetti

LONDRA – “Jack the Stripper“, il serial killer britannico degli anni ’60, è stato infine smascherato? Vecchie testimonianze sembra che avessero già indicato chi fosse il temibile serial killer. Anzi, fu proprio il presunto assassino a cercare di confessare il suo delitto. Pare infatti che Freddie Mills, campione di boxe dell’epoca, avesse ammesso con il detective di Scotland Yard a capo del caso di aver ammazzato sei donne.

Il Daily Mail scrive che gli omicidi di sei giovani donne strangolate, i cui corpi nudi furono scaricati su un terreno incolto a ovest di Londra, negli anni ’60 sconvolsero la Gran Bretagna. Il serial killer, soprannominato Jack the Stripper (Jack lo spogliatore), non fu mai trovato ma ora, Michael Litchfield, ex reporter del Sun sostiene che fosse Freddie Mills, campione di box poi diventato attore e massone, e avere delle prove convincenti.

Ritiene che Mills abbia ammesso la sua colpa con il detective di Scotland Yard responsabile dell’indagine, anche lui massone. Litchfield ha scritto le sue teorie nel libro “The Secret Life Of Freddie Mills”, di cui il Daily Mail pubblica uno stralcio.

Nel 1964, nel Tamigi fu trovato il primo corpo, era della 30enne Hannah Tailford: strangolata, con diversi denti mancanti, la biancheria intima che indossava era stata spinta a forza nella gola. Poco tempo dopo, furono scoperti altri cinque corpi sempre sullo posto, si trattava di prostitute a cui il sadico assassino cavava i denti mentre erano ancora vive, in molti casi le violentava, ma il killer non fu mai assicurato alla giustizia.

Litchfield sostiene si trattasse di Freddie Mills, che ammise le sue responsabilità col detective, prima di morire in circostanze misteriose nel 1965, probabilmente per mano dei famigerati gemelli Kray. Mills, nato a Bournemouth, era stato un sospetto nell’indagine della Metropolitan Police sugli omicidi delle sei donne, ma non fu mai provata la sua colpa. La speranza di inchiodarlo a una confessione sembrava svanire e Mills fu trovato morto nella sua auto, apparentemente si trattava di suicidio.

Molto tempo prima che il pugile diventasse un sospetto nell’indagine, la polizia trovò il secondo corpo. Quando le donne strangolate diventarono cinque, ormai era chiaro che si trattava di un serial killer. Non c’era nessun motivo per sospettare di Mills: l’ex lattaio, era un personaggio pubblico rispettato, ammirato come campione di boxe, titolo che aveva vinto nel luglio 1948.

Ed essere campione del mondo lo fece entrare nel mondo televisivo e cinematografico, come presentatore di show e attore. Ma a un certo punto i detective, iniziarono a scavare oltre la facciata di campione e scoprirono un lato oscuro della sua vita londinese.

La targa della Citroen Cadillac del pugile era stata vista più volte nei quartieri a luci rosse di West London e, ancora più preoccupante, le prostitute segnalavano Mills alla polizia per comportamento violento nel corso d’incontri sadomaso nel lussuoso appartamento di un amico.

Le discutibili abitudini sessuali dell’amato campione, entrarono nel mirino della polizia, quando fu scoperto il sesto cadavere di una donna, nel febbraio 1965, completamente nuda come le altre vittime. Secondo Litchfield, fu a quel punto che Mills condivise il segreto con il detective Du Rose, anch’egli massone. Trovarono un accordo: in cambio dell’ammissione di Mills, Du Rose che aveva registrato tutto, lo avrebbe aiutato a presentare una motivazione per cui le eventuali accuse sarebbero cadute: non aveva intenzione di uccidere.

Ma fu presto chiaro che Mills non aveva intenzione di fare nulla di simile. Secondo Litchfield, dopo l’incontro si recò dai gemelli Kray, conosciuti durante la carriera pugilistica e ritiene che per eludere la giustizia,in un gesto di estrema codardìa, offrì 1.000 sterline ai Kray, affinché gli sparassero, una morte veloce.

Mills prese in prestito un fucile automatico e avrebbe fatto in modo che la morte sembrasse un suicidio. Lasciò il denaro per i Kraig nel night club e il fucile in macchina, aspettando che si compisse il suo destino. Fu trovato morto nella sua auto, con il fucile tra le ginocchia. Dall’autopsia emerse che il colpo gli aveva frantumato il cranio e non c’era il foro d’uscita. Il medico legale concluse che non c’erano le prove di un delitto.

Come spiega Litchfield nel suo libro:”La morte di Freddie fu un suicidio per procura, un omicidio su ordinazione e autofinanziato. Miller pagò per essere ucciso, non riusciva a farlo da solo”. Un altro grande mistero, è la registrazione della conversazione tra Mills e Du Rose: secondo Litchfield, il detective distrusse il nastro temendo una pubblica umiliazione, nel caso fosse venuto a galla l’accordo segreto con il ex campione.

La mancanza di prove, in questo caso ha significato che nei decenni seguenti, migliaia di nomi sono stati presentati come potenziali Jack the Stripper. Ora, a 52 anni dalla sua morte, Mills è ancora ricordato come un idolo sportivo e non come un inquietante assassino ma se il libro dovesse raggiungere il suo obbiettivo, presto la situazione potrebbe evolvere in modo diverso, conclude il tabloid britannico.

Gestione cookie