Creta, foto d'archivio Ansa Creta, foto d'archivio Ansa

Jean Hanlon, il mistero della 53enne scozzese morta a Creta

Jean Hanlon, il mistero della 53enne scozzese morta a Creta.

Nel 2005, la 53enne Jean Hanlon aveva preso la coraggiosa decisione di trasferirsi dalla Scozia, dove era nata, all’isola di Creta.

Pensava di iniziare una nuova vita e invece ha segnato la sua tragica fine.

Nel 2009 era stata ritrovata morta nelle acque del porto, forse uccisa, e a tutt’oggi il decesso rimane avvolto nel mistero.

Per la polizia, che ha chiuso e riaperto il caso due volte, si è trattato di un tragico incidente.

Madre single che lavorava come segretaria in un ospedale, si era sempre preoccupata di garantire tutto il necessario ai tre figli Michael, Robert e David.

Cresciuta in una fattoria, desiderava rivivere la pace della campagna e dopo aver visitato Creta con un amico, quando aveva 40 anni, sapeva che era il posto giusto.

Nel 2005, quando i tre figli sono andati a vivere per conto loro, Jean aveva lasciato l’abitazione a Dumfries e si era trasferita a Creta per iniziare una nuova vita.

Inizialmente non era un trasferimento definitivo poi nel 2009 decise rimanere in modo permanente.

A Jean piaceva la nuova vita, aveva amici britannici e greci, lavorava come rappresentante di viaggi, poi in ristoranti e bar.

I figli ammettono che inizialmente erano preoccupati poiché si era trasferita da sola ma erano rassicurati dal fatto che conosceva tante persone.

Pochi mesi dopo l’arrivo definitivo a Creta, Jean è scomparsa, il 9 marzo 2009.

Il corpo ritrovato cinque giorni dopo a Heraklion in avanzato stato di decomposizione.

I tre figli non hanno mai rinunciato a scoprire esattamente cosa è successo alla mamma la notte in cui è morta.

Michael ha detto:”Era una donna molto volitiva, forte, la vita e l’anima di qualsiasi festa.

“Nella sua vita mancava qualcosa e quando decise di rimanere a Creta per l’inverno.

Sapevo che non sarebbe tornata in Scozia”.

“Siamo andati in vacanza da lei. Era circondata da tanti amici ma eravamo ugualmente preoccupati che fosse sola e dunque vulnerabile”.

Il diario dettagliato della 53enne rivela esattamente cosa ha fatto il giorno in cui è scomparsa.

Dopo essersi svegliata presto a causa di un temporale, Jean è andata a fare una passeggiata.

Aveva telefonato a un amico e notato di essere seguita da un’auto verde.

Si recò poi in un ristorante del villaggio per un lavoro da svolgere nella stagione estiva.

Chiacchierò con il proprietario, Yiannis Markakis, bevve un bicchiere di vino ma diventò improvvisamente ansiosa.

Racconta Yannis:

“Se n’è andata prima di finire il vino, sembrava stressata, come se qualcuno la stesse aspettando o dovesse essere da qualche parte”.

Da quel momento gli spostamenti di Jean rimangono un mistero.

I tabulati telefonici mostrano che ha chiamato un’amica che viveva in una città vicina a Heraklion.

Nella telefonata Jean dice che è in un bar di Heraklion con un greco, l’amica e l’uomo hanno chiacchierato.

Mezz’ora dopo Jean aveva inviato all’amica un messaggio agghiacciante, in cui c’era scritto “AIUTO”.

L’aveva chiamata per verificare che stesse bene e Jean rispose che era tutto a posto, in compagnia del greco.

L’amica di Jean è andata a dormire e non ha sentito il telefono squillare alle 21:45.

L’ultima chiamata di Jean la notte in cui è morta.

Il giorno seguente è andata dalla polizia che tuttavia prima di 48 ore non poteva intervenire poiché la donna scomparsa era adulta.

Quando i tre figli sono arrivati a Creta, a Heraklion è stato ritrovato un cadavere.

David, Michael e Robert non pensavano che fosse la madre.

Il medico legale riteneva che la donna fosse morta da 20 giorni ed era in avanzato stato di decomposizione.

Purtroppo era proprio Jean e a confermarlo erano i vestiti.

Il certificato post-mortem dice che era caduta nelle acque del porto ed era annegata.

Michael, Robert e David insistono sul fatto che la madre avesse paura dell’acqua e non si sarebbe mai avvicinata al mare di sera.

L’allora capo della polizia Vosilis Verykokidis aveva detto ai tre fratelli che dalle analisi del sangue risultavano 12 mg di alcol. Avrebbe potuto avere le vertigini ed essere caduta nell’acqua.

Ma i figli di Jean non erano convinti.

Rileggendo il diario, avevano notato che nei giorni precedenti alla morte, menzionava diverse volte un certo Nikos.

L’aveva invitata a cena, voleva incontrarla ma Jean aveva sempre rifiutato.

Nel dicembre 2009, nove mesi dopo la tragica morte di Jean, un colpo di scena.

Il coroner aveva stilato un secondo post mortem in cui dichiarava che Jean aveva subito la fratture del collo, del coccige e presentava degli ematomi.

Furono interrogati due sospetti, uno creò perfino un falso alibi ma furono entrambi rilasciati.

Il caso era chiuso.

Secondo la polizia si trattava di un tragico che la morte di Jean non era stata altro che un tragico incidente.

Ma i figli non si sono mai arresi. Il caso è stato riaperto ed è passato alla squadra omicidi. Ma dopo pochi mesi è stato nuovamente chiuso.

Michael ha detto: “Mi è stato chiesto di cercare e contattare dei testimoni ma non è il mio lavoro, non sono un agente di polizia.

“Ho avuto la sensazione che non stessero prendendo il caso sul serio”. Vosilis Verykokidis ha spiegato:”Abbiamo esaminato tutto nei particolari e non ci sono le prove che si tratti di un crimine”. (Fonte: Mirror).

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