Karina Urbach, ariana onoraria nominata da Hitler per…

Karina Urbach, ariana onoraria nominata da Hitler per...
Karina Urbach, ariana onoraria nominata da Hitler per… (foto d’archivio Ansa)

BERLINO – Hitler approfittò dell’aristocrazia europea per scalare il potere e concesse a una principessa ebrea lo status di “ariana onoraria” – termine della Germania nazista – in virtù delle sue relazioni sociali.

E’ quanto rivela un nuovo libro, in un articolo sul Daily Mail, in cui tra l’altro si sostiene che il dittatore era ossessionato dalla famiglia reale inglese, al punto che coltivava rapporti con i nobili europei che avevano contatti con i Windsor.

Hitler’s Secret Helpers” (Gli aiutanti segreti di Hitler), della storica Karina Urbach, racconta quanto le famiglie nobili di Germania e Austria fossero importanti per poter soddisfare le ambizioni dell’ex caporale zoticone nella sua ascesa al potere.

Hitler era particolarmente affascinato da una donna, nonostante le origini ebraiche, che chiamava la sua “cara principessa”: Stephanie von Hohenlohe-Waldenburg Schillingsfürst che morì nel 1972.

Per i servigi resi al Reich nel 1938, le consegnò personalmente l’ambita medaglia d’oro del partito nazista e conferito lo status di “ariana onoraria” anche se era ebrea; la donna, il cui cognome era Richter, da cittadina comune sposando il principe austriaco, Friedrich Franz von Hohenlohe-Waldenburg Schillingsfürst, diventò principessa e dopo il divorzio mantenne il titolo.

“E’ stata premiata poiché ha usato le sue relazioni aristocratiche per anni, dietro le quinte, per aprire le porte a Hitler e permettergli di avere colloqui politici con persone influenti”, afferma la Urbach.

“Come altri nobili, era una delle aiutanti segrete di Hitler e anche se il dittatore si vantava che il nazismo non prevedeva classi, gli operai e gli industriali, i nobili e gli impiegati di banca erano sullo stesso livello, il tutto ovviamente è una favola.

“Grazie alla loro stretta amicizia e relazioni di parentela nei confini nazionali, hanno intessuto una rete internazionale che Hitler ha usato”, aggiunge l’autrice.

Un altro nobile, corteggiato e utilizzato per i suoi contatti, fu il principe Max Egon zu Hohenlohe-Langenburg, vissuto fino al 1968.

La sua famiglia aveva servito il Kaiser tedesco, un Maresciallo francese, un cardinale a Roma, numerosi generali austro-ungarici, feldmarescialli e anche zar russi.

“Il principe utilizzò i suoi contatti internazionali e messi al servizio di Hitler”, afferma la Urbach. “C’erano delle differenze tra la nobiltà cattolica e la protestante. La prima era incentrata sulla corte imperiale degli Asburgo a Vienna, la seconda sui reali di Londra” non importava quale libro delle preghiere portassero in chiesa la domenica: la cosa importante era sostenere il Fuhrer.

Il rapporto tra la Germania nazista e l’Italia fascista è stato sostenuto dal principe Filippo d’Assia che ha guidato le missioni segrete del Ministero degli Esteri tedesco per Hitler, che comprendevano colloqui con Papa Pio XII.

“Il principe d’Assia era sposato con Mafalda di Savoia, una figlia di re Vittorio Emanuele III e quindi per lui a Roma erano aperte tutte le porte”, afferma l’autrice.

“Allo stesso tempo, aveva rapporti con la famiglia reale inglese, attraverso Carlo Edoardo duca di Sassonia-Coburgo-Gotha, aderì al partito nazista fin dal 1932, e il nobile ha tentato di avvicinare Hitler a re Edoardo VIII e Giorgio VI.
“Ha cercato senza sosta, attraverso l’attività diplomatica, di stringere un’alleanza tra Germania e Inghilterra”.

Molti dettagli dei contatti tedeschi con la famiglia reale inglese sono custoditi negli archivi, come lo sono, d’altra parte, molte delle storie della nobiltà tedesca.

La Urbach ritiene che sia “una situazione intollerabile” e si batte per accedere al segreto dei Windsor, così come a quelli dei connazionali nobili.

Secondo la sua ricerca, il periodo della diplomazia segreta si è concluso, per la nobiltà, con la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Ora, afferma, il dominio è di scienziati, giornalisti e in particolare del clero che “determina il sistema internazione e le strategie, dietro le quinte”.

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