Killer di Tolosa, parlano gli agenti del raid: "Era una bestia furiosa"

TOLOSA, 22 MAR – ''Era una bestia furiosa, ci sparava addosso, era pieno di armi'': lo dice un agente del RAID che ha partecipato all'operazione finale contro Mohamed Merah, secondo le parole riportate all'ANSA da un suo collega. ''Sparava come in un film, in un videogame'', dice un altro. E per il capo dei reparti speciali, ''l'assalto lo ha lanciato lui contro di noi''.

Sono trascorse due ore da quei tre minuti di fuoco intensissimo, quelle raffiche che hanno risuonato in tutto il quartiere e che, per la prima volta dopo 32 ore, hanno davvero dato la sensazione che si fosse all'epilogo.

Le barriere che tengono ancora lontani i giornalisti, sotto una pioggia battente che non ha mai smesso, si aprono per lasciar uscire alcuni furgoni della polizia, seguiti da auto con la sirena e il girofaro. Dentro ci sono loro, passamontagna neri ancora calati sul viso: sono gli agenti del RAID, le teste di cuoio che hanno mostrato oggi una loro vulnerabile umanita' destinata a far discutere, una sorta di soggezione rispetto alla ''bestia furiosa'' Merah.

Che resta pero' un ragazzo di 24 anni, parzialmente squilibrato ma solo e senza ostaggi, in una casa isolata. In teoria, la situazione ideale per un'operazione senza sbavature: ''posso assicurarvi – spiega all'ANSA Didier Durand, dirigente regionale del sindacato di polizia Synergie Officier, in continuo contatto con i poliziotti impegnati sul terreno – che il fatto che non ci siano stati morti fra i nostri e' un miracolo. La verita' e' che ogni volta che si fa un lavoro pulito, e la nostra missione era di prendere quest'uomo vivo, arrivano le critiche. Ma vi assicuro che non c'e' stato nessun errore. C'e' un margine di incertezza che fa parte del fatto che non si puo' capire fino in fondo come si comportera' un killer. Per capire cosa puo' fare un assassino, devi essere stato anche tu un assassino''.

Un'altra fonte, che riferisce all'Ansa la descrizione di ''bestia furiosa'' di Merah fatta dagli uomini del RAID che sono entrati nella sua casa, aggiunge che gli agenti hanno parlato di ''una reazione incredibile, dopo 12 ore di silenzio. E' uscito dalla porta gia' sparando, poi ha continuato facendo fuoco su tutto con piu' di un'arma, ha raggiunto il balcone, e' saltato giu' sempre continuando a sparare''.

Insomma, ''un film, un videogioco'', hanno detto i ragazzi del RAID dopo l'operazione, dopo quei tre minuti che hanno concluso 32 ore di altissima tensione. Per tutti quelli che hanno partecipato all'operazione e si sono espressi dopo, anche indirettamente, si e' trattato dell'operazione piu' violenta nella storia del RAID.

Lo spiega anche Amaury de Hautecloque, il comandante del RAID: ''e' la prima volta – ha spiegato a Le Monde – che vedo una persona che, quando noi lanciamo l'assalto, parte lui all'assalto contro di noi''. Patron delle teste di cuoio della polizia dal 2007, de Hautecloque racconta: ''ci e' venuto incontro con tre Colt 45 calibro 11,43, mentre noi avevamo deciso di andare solo con armi non letali. Avevo ordinato di rispondere solo con granate accecanti per stordirlo''.

La polemica sul modo in cui e' stata gestita l'operazione, comincia soltanto adesso. Ma gli uomini del RAID difendono il loro operato, hanno la coscienza pulita e, soprattutto, tirano un sospiro di sollievo per essere sfuggiti alla furia della ''bestia furiosa''. Che è stato ucciso dopo essere saltato da una finestra dai colpi di un cecchino della polizia appostato di fuori.

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