Liverpool. Ospedale a 5 stelle per Fido e Fuffy

Pubblicato il 24 Dicembre 2009 - 17:41| Aggiornato il 25 Dicembre 2009 OLTRE 6 MESI FA

Small Animal Teaching Hospital

E’ una clinica di eccellenza, dove tutte le patologie più complesse trovano una risposta. Macchinari e attrezzature sono all’avanguardia e il personale medico e paramedico è fortemente motivato. La struttura è come tante altre, non molto diversa quindi da ospedali comuni. Non comuni però sono i pazienti, perché il Small Animal Teaching Hospital apre le sue porte solo a cani e gatti.

Siamo a Neston, una manciata di chilometri a ovest di Liverpool, dove ha sede la facoltà di veterinaria della città famosa per aver dato i natali ai Beatles. Ed è qui che sorge lo Small Animal Teaching Hospital, una struttura universitaria diventata negli anni il punto di riferimento per i veterinari di tutto il Regno Unito. E non solo. «A volte riceviamo pazienti anche dalla Francia, dall’Olanda, dalla Scozia e dall’Irlanda» conferma il prof. John Innes, specialista in ortopedia, che ci accompagna nella visita a questo piccolo gioiello della sanità a quattro zampe, inaugurato nel 2007 dal duca di Westminster e realizzato grazie ad una partnership tra pubblico e privato: l’università ha coperto solo un terzo dei quasi 10 milioni di sterline spesi per realizzarlo; un altro terzo è stato coperto dalla Hill’s; e la rimanente parte è stata messa insieme con le donazioni di cittadini, enti e associazioni.

La struttura funziona a pieno ritmo e serve un’area di oltre 300 chilometri di raggio in cui vivono 5 milioni di abitanti. E’ una clinica di referenza, cani e gatti bisognosi di accertamenti e di cure specialistiche vengono mandati qui dai veterinari di tutto il Paese. Vi operano 110 persone, tra cui 45 medici e 35 unità di personale paramedico. Questa équipe è in grado di gestire fino a 72 ricoveri in contemporanea. I casi abbracciano un po’ tutte le branchie della medicina ospedaliera, dalla cardiologia alla dermatologia, dall’anestesia all’oncologia. Per mettere in piedi il tutto sono stati necessari investimenti notevoli che da queste parti difficilmente verranno considerati soldi mal spesi.

E’ anche una questione di cultura. Nel Regno Unito gli animali di affezione hanno un’elevata considerazione e quasi tutte le famiglie che possiedono cani o gatti – si parla di circa l’86% – dispongono di un’assicurazione specifica che copre anche le cure mediche per gli amici a quattro zampe. Così, anche in caso di malattie gravi, i proprietari chiedono ai loro veterinari di fare di tutto per cercare di far guarire i propri amici. Costi quel che costi.

Uno dei fattori di eccellenza della clinica è il settore ortopedico il cui “cuore” è l’Hill’s Mobility Center, un’area specializzata nello studio della deambulazione dei cani che si avvale di un macchinario sofisticato disponibile solo in pochissime strutture in tutta Europa. Una pedana dotata di sensori e monitorata da una serie di telecamere è in grado di analizzare nel dettaglio la camminata dell’animale, individuandone eventuali punti deboli o disfunzioni.

L’ospedale dei piccoli animali non ha scopi di lucro e tutto quello guadagna lo utilizza per il pagamento delle spese di esercizio e in investimenti su nuovi macchinari. Il bilancio è praticamente in pareggio (l’ultimo si aggirava attorno ai 4,7 milioni di sterline, circa 5,2 milioni di euro) ma da queste parti più che i ragionieri sono i medici ad avere voce in capitolo. I veterinari in aggiunta al normale stipendio hanno un «fringe benefit» molto particolare, che non può essere convertito in valuta corrente: sono le lettere di ringraziamento che ricevono dai tanti proprietari di animali che hanno trovato in questa struttura una risposta che altrimenti non avrebbero avuto.