ROMA – La tormentavano per fare se**so e chiedevano di organizzare dei festini: erano le richieste di due diplomatici dell’ambasciata del Qatar a Londra, a Deanne Kingson, 58enne assistente personale.
La donna era stata sull’orlo del suicidio a causa di una campagna di discriminazione se**uale e religiosa, giudicata “perfida e vendicativa” e avvenuta nel quartier generale dello Stato del Golfo a Mayfair.
Kingson, che ha ricevuto un risarcimento di 390000 sterline, era stata presa di mira dai diplomatici perché non era musulmana e vista come “responsabile o disponibile ad avere rapporti se**uali con i dipendenti”, come è emerso nel tribunale del lavoro londinese.
L’ambasciatore Fahed Al-Mushairi voleva assolutamente avere rapporti con Kingson al punto che nel suo attico la invitava regolarmente a masticare khat – una pianta araba stimolante – nella speranza che si eccitasse. Faceva insistenti avance alla donna, anche con frasi esplicite umilianti e degradanti.
Quando Kingson ha rifiutato le richieste, Al-Mushairi ha rivolto le sue attenzioni alla figlia 19enne della donna. Per quattro anni, Al-Mushairi ha assilato Kingson con l’obbiettivo di portare la figlia a fare shopping a Parigi per “comprarle tutto quello che voleva” e ha persino ipotizzato di sposare l’adolescente in modo che potessero avere rapporti senza violare la rigida legge islamica. In Tribunale è emerso che a fare pressioni su Kingson affinché organizzasse dei festini era stato un altro diplomatico, Ali Al Harjri che cercò inoltre di convincerla ad andare in vacanza con lui a Cuba.
Kingson, britannica, ha lavorato all’ambasciata del Qatar tra luglio 2006 e giugno 2014, guadagnando circa 30.000 sterline all’anno. È bilingue e parla correntemente l’arabo. Ha passato anni a rifiutare le avances dei diplomatici ed è stata ripetutamente minacciata di licenziamento prima di essere definitivamente licenziata a giugno 2014.
Fonte: Daily Mail