Londra, Gianni Gottardi: “L’ultimo sconvolgente messaggio di mio figlio Marco durante il rogo”

Londra, Gianni Gottardi: "L'ultimo sconvolgente messaggio di mio figlio Marco durante il rogo"
Londra, Gianni Gottardi: “L’ultimo sconvolgente messaggio di mio figlio Marco durante il rogo”

LONDRA – Gianni Gottardi è stato al telefono con il figlio Marco mentre la Grenfell Tower bruciava a Londra. “Mi ha lasciato un messaggio sconvolgente”, dice papà Gianni a Porta a Porta raccontando gli ultimi momenti del figlio e della fidanzata Gloria Trevisan, morti nel rogo del grattacielo insieme ai vicini di casa che avevano cercato riparo con loro. Ad avvisare Gianni Gottardi di quello che stava accadendo è stata la mamma di Gloria e poi è scattata la telefonata con il figlio, che cercava di rassicurarlo fino all’ultimo. Poi la linea è caduta e Marco ha inviato un ultimo messaggio al padre, che lo custodisce gelosamente.

Gianni Gottardi parlando ai microfoni di Porta a Porta con la giornalista Francesca Ronchin racconta gli ultimi momenti del figlio e appare commosso:

“Dovevano tornare in Italia la settimana prossima perché il 26 era il compleanno di Marco. Quella mattina io e la mamma dovevamo partire per una vacanza e ci siamo svegliati prestissimo e alle 3.45, io ero nella doccia e mia moglie piangendo mi passa il telefono. Era la mamma di Gloria, la ragazza di Marco, e mi chiede se sappiamo che c’è un incidente nel palazzo. Noi non sapevamo nulla e allora ho chiamato Marco e siamo rimasti in linea fino alle 4.07 ora italiana. Poi non c’è più stato contatto e lui mi ha lasciato un messaggio memorizzato sconvolgente”.

E prosegue:

“Mi sono venute in mente le Torri gemelle, pur di proteggere lei e non preoccupare noi, Marco ha dimostrato una serenità fino all’ultimo secondo, sembrava che non stesse accadendo nulla, Non so fino a che punto stesse minimizzando o fosse convinto che comunque ce l’avrebbero fatta. C’era scritto ‘in caso di incendio chiudere la porta e rimane in appartamento’ e lui si è attenuto scrupolosamente alle disposizioni”, racconta commosso il papà del ragazzo, che poi sottolinea: “Quando ho saputo che una persona al piano sotto di loro, il 22esimo, si è salvata andando su e giù dalle scale un paio di volte abbiamo pensato che forse quella era un’alternativa ma con i se non si fa nulla, non sappiamo se potevano farlo oppure no. E poi se il palazzo era rivestito di benzina, perché era materiale che prendeva fuoco…”.

Il padre di Marco Gottardi ha poi attaccato i sistemi di sicurezza della Grenfell Tower che non hanno funzionato e su cui anche il governo inglese ha aperto un’indagine:

“Lì sono all’età della pietra come normative, come materiali, come impiantistica. L’edificio era bello perché era stato restaurato ma uno non va a vedere come era stato restaurato, con che materiali era stato restaurato. Poi si è saputo che non funzionava nulla, però era un appartamento al 23esimo piano che dominava Londra, bellissimo, luminoso”.

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