Londra, il conservatore Cameron verso il sì ai matrimoni gay

LONDRA, 21 FEB – David Cameron ci crede ''appassionatamente'' ed e' pronto a sfidare su questo punto la destra dei Tory. Il primo ministro sta lavorando per far si' che nel Discorso della Regina, l'appuntamento tradizionale in cui la Sovrana si fa portavoce in Parlamento dell'agenda legislativa del governo, sia incluso il punto delle prime nozze gay in Gran Bretagna al piu' tardi entro il 2015.

Sarebbe una rivoluzione dato il pulpito e la persona a cui e' affidato il messaggio e non e' affatto certo che il progetto politico vada in porto. Cameron ne aveva parlato per la prima volta al Congresso dei Tory di Manchester e ''non ha affatto cambiato idea'', ha detto all'Independent una fonte di Downing Street, nonostante l'escalation di una campagna contraria guidata da Lord Carey, un ex Arcivescovo di Canterbury, e fiancheggiata dall'ala destra dei Tory. Questa settimana il gruppo cristiano Coalition for Marriage mandera' 175 mila email invitando il pubblico a firmare una petizione contro l'introduzione di una legge sulle nozze tra persone dello stesso sesso, mentre Lord Carey ha definito la possibilita' di far sposare i gay civilmente ''un atto di vandalismo culturale e teologico''. Ma il primo ministro non ha intenzione di demordere: ''La battaglia contro la discriminazione dei gay e' qualcosa che lo definisce'', ha detto la fonte. O come aveva proclamato lo stesso Cameron a Manchester: ''Credo nei matrimoni gay perche' il matrimonio e' un valore conservatore''. Il Discorso della Regina e' in programma in primavera, in una data ancora non precisata tra aprile e maggio, per l'apertura dell'anno parlamentare. Il ministero dell'Interno avviera' a marzo una consultazione per capire come alle coppie gay possa esser dato il diritto legale di contrarre matrimonio in una sede civile, ad esempio in circoscrizione.

''Se una coppia si ama e vuole impegnarsi a una vita in comune deve avere l'opzione del matrimonio civile, non importa se e' gay o etero'', ha detto Lynne Featherstone, il sottosegretario alle parita' precisando che ''nessuno vuole toccare il matrimonio religioso o chiedere a confessioni religiose di andare contro le loro tradizioni''.

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