Martina, moglie di Bruno Gulotta, eroina a Barcellona: così ha salvato il figlio Martina, moglie di Bruno Gulotta, eroina a Barcellona: così ha salvato il figlio

Martina, moglie di Bruno Gulotta, eroina a Barcellona: così ha salvato il figlio di 3 anni e mezzo

ATTENTATO DI BARCELLONA: Martina, moglie di Bruno Gulotta, così ha salvato il figlio strappandolo al padre
Martina, moglie di Bruno Gulotta, eroina a Barcellona: così ha salvato il figlio (foto Ansa)

BARCELLONA – Martina, 28 anni, moglie di Bruno Gulotta, ha salvato la vita al suo figlio maggiorenne. Nella tragedia dell’attentato di Barcellona, Martina è diventata l’eroina della famiglia. Un riconoscimento “agrodolce”, visto che il contrappeso di una vita salvata è la vita persa dal marito. Bruno Gulotta è una delle due vittime italiane dell’attacco, insieme a Luca Russo.

E’ stata la stessa Martina a raccontare la dinamica dell’accaduto, dinamica riferita dai microfoni di Rainews. Martina e Bruno stavano passeggiando con i due figli. Il grande ha 3 anni e mezzo ed era mano nella mano con il papà, la piccola di 7 mesi era abbarbicata alla mamma nel marsupio. La famiglia stava camminando sulla Rambla, luogo simbolo di Barcellona, quando Martina si è accorta di un rumore sinistro.

Un rumore anomalo, ed è qui che l’istinto di mamma si è materializzato: Martina ha capito subito che qualcosa non andava. Vuoi per il proverbiale sesto senso femminile, vuoi perché magari passeggiava in una posizione che le dava una visuale privilegiata rispetto a Bruno (d’altronde era lei a dover difendere la “cucciola” più piccola del nido). Fatto sta che ha avuto la prontezza di strappare il bambino dalle mani del padre e portarlo in sicurezza.

Quello che non ha potuto evitare, purtroppo, è stato che i due bambini assistessero alla scena che probabilmente li tormenterà per tanto, tanto tempo: il loro papà è rimasto per terra, con la testa sanguinante, le gambe spezzate e scomposte. È morto così, sul selciato, sotto lo sguardo dei suoi figli. Ma lui, il figlio maggiore, potrà anche ringraziare per sempre mamma Martina che gli ha evitato la stessa fine.

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