Migranti, contro le Ong la C-Star, nave “nera” di Generazione Identitaria, network di estrema destra

Migranti, contro le Ong la C-Star, nave "nera" di Generazione Identitaria, network di estrema destra
Migranti, contro le Ong la C-Star, nave “nera” di Generazione Identitaria, network di estrema destra

ROMA – Migranti, contro le Ong la C-Star, nave “nera” di Generazione Identitaria, network di estrema destra. Una nave con contrassegno politico esplicitamente di estrema destra attraccherà al porto di Catania il 18 luglio per partire dopo due giorni alla volta della Libia, con l’obiettivo di “smascherare le Ong, cancellare la narrazione sugli aiuti umanitari e bloccare l’arrivo dei migranti in Italia” ostacolando i soccorsi. Lo ha spiegato in un’intervista all’Agi Lorenzo Fiato portavoce della sezione italiana del movimento “Generazione Identitaria” un’organizzazione multinazionale di estrema destra, francese, italiana e tedesca nata nel 2012.

Il progetto, che nemmeno a dirlo si chiama “Defend Europe”, è pensato nei minimi dettagli, spiega Fiato. Dopo un veloce rifornimento a Tunisi, la C-Star – questo il nome della nave da 40 metri – si fermerà nelle acque al largo della Libia “per monitorare il lavoro delle Ong e degli scafisti”. Per riuscirci “abbiamo a bordo delle attrezzature per capire ad esempio se le navi spengono il transponder”. Ma soprattutto “vogliamo capire che tipo di rapporti intercorrono tra le Ong e gli scafisti”.

Già lo scorso maggio, con un’imbarcazione messa di traverso nel porto di Catania, l’organizzazione era riuscita a impedire l’uscita per i soccorsi della nave francese Aquarius della Ong Sos Mediterraneè. Fiato non mette in dubbio che “sulle navi ci siano volontari che ci credono davvero, ma sono una minoranza. La realtà è che queste Ong, volontariamente o meno, stanno facendo un servizio taxi”.

Le Ong: non concedete lo scalo a Catania alla nave del gruppo razzista. “Impedire alla nave C- Star di ‘Generazione Identitaria’ l’utilizzo delle infrastrutture portuali” di Catania e “prendere posizione in tal senso verso le autorità competenti”. Lo chiedono al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti un cartello di associazioni di Catania nei confronti della nave – attesa a Catania domani -, lunga 40 metri, costruita nel 1975, battente bandiera dello stato africano di Gibuti ed indicata come “noleggiata dal gruppo dichiaratamente razzista e xenofobo ‘Generazione Identitaria’ per respingere, attraverso azioni paramilitari, i migranti che tentano di attraversare il mar Mediterraneo, intralciando così i preziosi salvataggi delle ONG delle navi umanitarie, sempre più criminalizzate”.

Per le associazioni “la sosta nel porto di Catania o di altri porti siciliani sarebbe funzionale all’imbarco delle provviste necessarie alla ‘missione’ e all’imbarco di ‘volontari’ arruolati nell’operazione paramilitare”. La nota è a firma di Rete Antirazzista Catanese, Comitato NoMuos/NoSigonella, Catania Bene Comune, USB fed. Ct, Città Felice, La RagnaTela, Cobas Scuola-Ct, PRC- Ct, PCI fed.Ct, Briganti rugby Librino, la Librineria, Associazione mundis pacem, Open Mind lgbt, Femministorie, movimento Laikal, Collettivo Politico Experia, Comunità di Sant’Egidio, Arci Catania, ed è stata inviata anche presidente della Regione Siciliana, al Prefetto, al Questore, al presidente dell’Autorità Portuale, al Comandante della Capitaneria di Porto ed al sindaco di Catania.

“Sarebbe infatti a nostro avviso assai grave – afferma la nota – che si concedesse l’attracco e l’utilizzo delle infrastrutture pubbliche a organizzazioni che hanno l’intento di compiere azioni paramilitari nel Mar Mediterraneo, intercettando imbarcazioni di migranti e arrogandosi il diritto di intervenire consegnando i naufraghi alla guardia costiera libica e violando di fatto l’obbligo di legge che vuole l’accompagnamento verso il porto più sicuro, non certo quello libico”.

Il timore delle associazioni è che “la presenza di una nave non coordinata con la Guardia Costiera possa ostacolare le operazioni di salvataggio con grave pericolo per i naufraghi e per il personale operante in mare. Si tratta di un’operazione razzista alimentata da una propaganda falsa e tendenziosa che non possiamo avallare con alcun tipo di supporto logistico o silenzio istituzionale”.

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