ZAGABRIA – La nuova rotta della speranza passa per la Croazia dopo che l’Ungheria ha sigillato i confini con una barriera di metallo e filo spinato e dopo che gli agenti hanno gettato lacrimogeni contro i migranti.
I primi gruppi, circa 150 persone provenienti dal Sud della Serbia, hanno raggiunto il confine a Sid. E il premier croato, Zoran Milanovic, ha già annunciato che li lascerà passare: “La Croazia è assolutamente pronta a ricevere queste persone o indirizzarle dove vogliono andare, ovvero ovviamente la Germania e i Paesi scandinavi”.
Intanto sale la tensione al confine tra Serbia e Ungheria. Incidenti sono scoppiati a Horgos, davanti al muro eretto da Orban. Gruppi di migranti esasperati hanno cercato di abbattere il filo spinato e hanno lanciato pietre contro i poliziotti. In un clima di grande tensione, i migranti hanno lanciato coperte sul filo spinato cercando poi di abbatterlo tirandole.
La polizia ha risposto lanciando lacrimogeni. Non ci sarebbero feriti, anche se numerose persone lacrimavano a causa dei gas irritanti.
Ieri, martedì 15 settembre, primo giorno dell’entrata in vigore della nuova legge anti-migranti ungherese, 367 rifugiati sono entrati illegalmente in Ungheria e sono stati arrestati. Tutti saranno oggetto di un procedimento giudiziario: 316 saranno perseguiti per aver danneggiato la barriera di filo spinato eretta alla frontiera serba e 51 per averla semplicemente superata, reati punibili con la reclusione fino a, rispettivamente, cinque e tre anni. Lunedì erano entrati in Ungheria 9.380 migranti, un record.
In Croazia i migranti sono stati accolti da decine di poliziotti e operatori umanitari al confine, dove sono stati registrati. Secondo i media locali alcuni hanno attraversato il confine passando nei campi vicini per evitare la registrazione.
Da Zagabria è arrivata anche la richiesta di una riunione urgente del consiglio di sicurezza dell’Onu sull’emergenza migranti. Secondo i media croati il presidente Kolinda Grabar-Kitarovi ha motivato la richiesta con il fatto che a suo avviso l’emergenza costituisce un problema non solo umanitario ma anche di sicurezza (foto Reuters):