Migranti, 40mila ricollocamenti. Ok Ue ma Ungheria & co…

Migranti, Ue: ok 40mila ricollocamenti da Italia e Grecia
Migranti, Ue: ok 40mila ricollocamenti da Italia e Grecia

BRUXELLES – Quarantamila migranti da ricollocare in Europa, 24mila dall’Italia e 16mila dalla Grecia. Il consiglio dei ministri dell’Interno Ue ha adottato la decisione dello schema di ricollocamento in due anni. Riguarda i richiedenti asilo arrivati o che arriveranno tra il 15 agosto 2015 ed il 16 settembre 2017. C’è però un ma: durante il consiglio Affari interni Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania si sono messe di traverso al consiglio Affari interni Ue sui migranti ed hanno impedito di trovare un’intesa unanime sulla bozza di conclusioni, che esige unanimità.

E’ la prima fase dell’agenda Juncker, decisa a maggio scorso. La lista degli aventi diritto verrà inviata nei prossimi giorni dal Dipartimento dell’Immigrazione del Viminale a Bruxelles, in modo che si possa partire con la redistribuzione dei migranti – soprattutto in Germania e Francia – già prima della fine della settimana prossima. Ma l’appuntamento di oggi, lunedì, è fondamentale anche per ribadire in Europa le due proposte che il governo italiano ritiene fondamentali per una vera politica europea sull’immigrazione: la revisione dell’accordo di Dublino, che obbliga i migranti a chiedere asilo nel paese in cui hanno fatto ingresso in Europa, e una politica comune sui rimpatri.

Su questo fronte non c’è intesa tra i paesi dell’Ue ma l’Italia punta ad una riapertura della discussione in modo che si possa arrivare ad una soluzione condivisa quando verrà approvato il secondo pacchetto di ricollocamenti, che prevede la ridistribuzione di altri 120mila migranti (per l’Italia sono 15.600) da Grecia, Ungheria e, appunto, Italia.

Contestualmente all’avvio delle procedure di ricollocamento, l’Italia aprirà anche i primi hot spot, i centri dove i migranti appena sbarcati verranno identificati e smistati a seconda della loro posizione: richiedenti asilo o migranti economici. Il primo ad aprire sarà Lampedusa, seguito da Pozzallo e, nei mesi futuri, da Augusta, Taranto e Trapani. Resta il problema, non di poco conto, di coloro che rifiutano l’identificazione: verranno inviati nei Centri di identificazione ed espulsione, anche se si tratta di soggetti che hanno le caratteristiche per ottenere lo status di rifugiato, come ad esempio gli eritrei.

Intanto la polizia ungherese ha chiuso il passaggio di confine lungo la linea ferroviaria fra Subotica (Serbia) e Szeged (Ungheria), utilizzato per mesi da migliaia di migranti e profughi per entrare in Ungheria. Come riferiscono i media a Belgrado, lungo la linea ferroviaria in corrispondenza del confine è stata dispiegata la polizia a cavallo, e la zona è sorvolata da elicotteri.

La frontiera con la Serbia in corrispondenza di Roeszke – dove vi è un centro di accoglienza – è stata in pratica militarizzata con la presenza di migliaia di militari e mezzi blindati. Dalla mezzanotte scattano in Ungheria le nuove norme più restrittive in fatto di immigrazione, per le quali l’ingresso illegale nel Paese sarà considerate un reato, punibile con l’arresto e la reclusione fino a tre anni.

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