Mladic: “Con Srebrenica non c’entro”. Estradizione vicina

Pubblicato il 29 Maggio 2011 - 22:00 OLTRE 6 MESI FA

Ratko Mladic (foto LaPresse)

BELGRADO – L’estradizione di Ratko Mladic al Tribunale penale internazionale dell’Aja (Tpi) si avvicina sempre piu’ e potrebbe avvenire gia’ fra domani e martedi’, nonostante la battaglia legale ingaggiata dall’avvocato difensore e dai familiari, secondo i quali l’ex generale serbo-bosniaco, arrestato giovedi’ scorso dopo 16 anni di latitanza, e’ in condizioni di salute molto precarie e ”allarmanti”, e per questo assolutamente non in grado di affrontare per ora un processo davanti ai giudici dell’Aja. Dopo che oggi l’ex generale ha incredibilmente negato responsabilita’ per il massacro di Srebrenica, domani il legale di Mladic, l’avvocato Milos Saljic, allo scadere dei tre giorni previsti, presentera’ il ricorso contro il via libera all’estradizione sancito dai giudici del Tribunale speciale per i crimini di guerra di Belgrado, dove Mladic e’ detenuto da giovedi’ subito dopo la sua cattura a Lazarevo.

Lo fara’ volutamente per posta, nell’intento di allungare ulteriormente i tempi della procedura di estradizione, ma se il ricorso verra’ respinto, come tutto lascia presagire (e non e’ detto che la lettera imbucata chissa’ dove impieghi cosi’ tanto tempo a giungere a destinazione, visto che potrebbe essere recapitata in poche ore dai responsabili statali delle poste), Mladic potrebbe essere imbarcato su un aereo per l’Aja gia’ nella notte fra lunedi’ e martedi’ o nella giornata di martedi’. L’ultimo via libera spetta comunque al ministero della Giustizia serbo. Di questo avviso, peraltro, si e’ detto oggi il giudice turco Mehmet Guney, presidente ad interim del Tpi. ”Mladic potrebbe arrivare al Tpi lunedi’ o martedi”’, ha detto all’agenzia Anadolu.

L’ex generale, ha aggiunto, verra’ trasferito al carcere di Scheveningen dopo che saranno state espletate tutte le pratiche amministrative legali e finanziarie connesse. La difesa tuttavia insiste nell’affermare che Mladic sta molto male, e l’avvocato Saljic ha definito oggi ”allarmanti” le sue condizioni, sopratutto sotto l’aspetto psichico. Con l’ex generale, ha detto, non e’ possibile sostenere una normale conversazione che abbia un senso logico, parla in continuazione del suo desiderio di recarsi sulla tomba della figlia Ana, morta suicida nel 1994, e dice che, se cio’ non gli sara’ consentito, intende recarsi a piedi all’Aja. Ha perfino chiesto che gli venga portata nella sua cella la salma della figlia, ha aggiunto preoccupato l’avvocato, per il quale ”cio’ dimostra ancora una volta in quale grave stato psichico si trova Ratko Mladic”. Saljic ha ricordato che Mladic e’ stato colpito da tre ictus che gli hanno provocato seri problemi motori e la parziale paralisi della parte destra del corpo, e ha menzionato il fatto che nel carcere di Scheveningen all’Aja sono morti finora cinque detenuti per crimini di guerra, fra i quali Slobodan Milosevic. Anche il figlio di Mladic, Darko – che insieme alla madre Bosiljka e al’avvocato Saljic ha fatto oggi nuovamente visita all’ex generale – ha insistito sullo stato di salute estremamente precario del padre. All’uscita dal Tribunale, Darko ha letto ai giornalisti la diagnosi elaborata da una equipe di cinque medici dello stesso Tribunale, in base alla quale Mladic soffre in particolare di sindrome psico-organica, con effetti negativi sulla capacita’ di parlare regolarmente e di ricordare. Darko ha al tempo stesso sottolineato come il referto di un altro medico sia al contrario positivo e indichi la capacita’ di Mladic a sostenere il processo. In queste condizioni, ha affermato il figlio dell’ex generale, e tenuto conto delle conclusioni a suo avviso erronee alle quali sono giunti i giudici dicendo si’ all’estradizione, il prossimo passo sara’ un ricorso alla Corte europea per i diritti umani. E’ stato sempre Darko, dopo aver visto il padre, a riferire l’ultima, incredibile, dichiarazione del ‘macellaio di Bosnia’: ”Mi ha detto che lui non ha nulla a che vedere con Srebrenica” (il massacro del luglio 1995 nel quale piu’ di 8 mila musulmani furono trucidati dalle truppe serbo-bosniache guidate da Mladic). ”Al contrario – ha riferito – mio padre ha sottolineato che a Srebrenica ha salvato donne e ragazzi, e che i suoi ordini sono stati quelli di evacuare feriti, donne e bambini”.