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Mukhtar Ablyazov: “Il governo italiano chiarisca”. Letta: “Indagine interna”

di Maria Elena Perrero |12 Luglio 2013 18:42

Mukhtar Ablyazov

ROMA – Due donne con un passaporto diplomatico, forse falso, rispedite dall’Italia al Kazakhstan. Il dittatore ricchissimo di un Paese dell’ex Unione Sovietica e un dissidente che si appella al presidente del Consiglio italiano. Sono i protagonisti della vicenda che vede coinvolto Mukhtar Ablyazov, uomo d’affari kazako di 50 anni, ex banchiere e politico. Ma soprattutto il principale oppositore politico del padre-padrone del Kazakhstan, Nursultan Nazarbayev. Già al centro di un’indagine nel Regno Unito con l’accusa di essersi appropriato di diversi miliardi di dollari della BTA Bank tra il 2005 e il 2009, Ablyazov vive in esilio a Londra. Dal 2009, infatti, su di lui pende un mandato di cattura internazionale.

Sua moglie, Alma Shalabayeva, e uno dei tre figli, Alua, nata nel 2007, vivevano in Italia, a Casal Palocco (Roma). Ma la notte tra il 28 e il 29 maggio le due donne sono state prelevate da agenti in borghese della Polizia di Stato, allertati dall’ambasciata del Kazakhstan, secondo cui  Ablyazov si trovava lì. Alla fine le due donne sono state rimpatriate.

Ablyazov ha rivolto un appello al presidente del Consiglio italiano, Enrico Letta, perché “faccia piena luce sulla deportazione di mia moglie e figlia da Roma in Kazakhstan, dove ora sono in ostaggio di Nursultan Nazarbayev”, ha detto attraverso il quotidiano La Stampa.

“Nel mezzo della notte numerosi agenti speciali italiani sono entrati nella casa fuori Roma. Erano armati, senza uniformi e senza un mandato. Hanno perquisito la casa e picchiato uno dei familiari. Alma e Alua hanno pensato che fossero dei rapinatori. Non avevano un interprete né dei legali. Nessuno capiva cosa stessa avvenendo. Le hanno portate via, senza dire a nessuno dove andavano. Tutto questo avveniva all’alba. Nel primo pomeriggio la mia figlia maggiore ha contattato il nostro avvocato. Solo in tarda serata è riuscito ad appurare che il blitz era stato eseguito non da banditi ma da agenti”.

Ecco quel che ha chiesto Ablyazov a Letta:

“Il governo italiano deve spingere il ministero dell’Interno a svelare la verità, ponendo fine alla protezione dei responsabili di questa vicenda. Il ministero dell’Interno deve dimostrare agli italiani e al mondo che comprende cosa significa un’applicazione responsabile delle legge. Al presidente Letta vorrei dire di pensare a sua moglie e ai suoi figli. Può immaginare che possano essere presi in ostaggio dai suoi oppositori politici? Bene, questo è ciò che è avvenuto a me. Spero che il premier Letta abbia la convinzione e la forza per fare luce su questa oscura vicenda”.

Il presidente del Consiglio ha risposto avviando una verifica interna agli organi di Governo “che ricostruisca i fatti ed evidenzi eventuali profili di criticità”. Al momento, però, nessuna risposta.

 

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