Murdoch: "Mai chiesto favori". Ma i Cameron troppo intimi

LONDRA, 25 APR – Dalle cene di Natale alle cavalcate in campagna, dalle gite in yacht a Santorini alle partite di tennis: ''Siamo stati tutti troppo intimi con Rupert Murdoch'', ha ammesso oggi David Cameron nell'aula dei Comuni mentre alla Royal Court of Justice di Londra lo 'Squalo' si tirava indietro affermando che lui, invece, ai politici, ''non ha mai chiesto favori''.

Felice di deporre con la mano sulla Bibbia ''per sfatare una volta per tutte certi miti'', il magnate dei media ha risposto senza perdere la calma alle domande del procuratore Robert Jay: ''Mai chiesto niente a un primo ministro, ma mi piace incontrare i leader, alcuni piu' di altri'', ha detto facendo una carrellata di capi del governo britannico: 'promossi' Margaret Thatcher e Tony Blair, mentre Gordon Brown e' stato liquidato come uno ''squilibrato'' quando disse che ''dichiarava guerra'' a News Corp. Cameron? gli ha chiesto Jay: ''Mi e' parso un bravo padre di famiglia'', alle prese con un figlio ''ritardato'', ha risposto l'81enne tycoon evocando la tragica fine di Ivan, il primogenito del leader Tory morto a nove anni nel 2009 di paralisi cerebrale.

Il moderno Citizen Kane ha minimizzato il suo ruolo di 'Grande Vecchio' della politica transatlantica. Sono i politici che lo cercano, non viceversa: come quando nell'agosto 2008 Cameron si fece portare sull'aereo del genero Matthew Freud (il marito di Elizabeth Murdoch) a incontrare lo 'Squalo' sullo yacht di Elizabeth a Santorini. Sornionamente: ''Non mi dispiace entrare a Downing Street dalla porta di servizio. E' una scorciatoia dal mio appartamento''. Mezzogiorno di fuoco mancato dunque oggi nelle aule di giustizia in attesa di possibili fuochi d'artificio domani: malvolentieri (''Vediamola di finirla in giornata questa fottuta cosa''), Rupert tornera' alla sbarra, anche perche' Jay l'ha presa alla lontana nel far fare allo 'Squalo' la storia di 60 anni di rapporti con la politica che avrebbero potuto culminare nell'acquisizione della piattaforma digitale BSkyB se l'affare non fosse naufragato contro l'iceberg del Tabloidgate.

La tensione e' invece salita alle stelle a Westminster durante il question time, preceduto dalle dimissioni di Adam Smith, consigliere del ministro della cultura Tory Jeremy Hunt che ieri era stato incastrato dalle mail di News International: conservatore predestinato nel nome fin dalla nascita, Smith era autore di molti messaggi compromettenti a Fred Michel, il lobbista capo di News International (e partner di tennis di Nick Clegg) al cuore dell'affare BSkyB. ''Quando i rampolli 'posh' sono nei guai, se la cavano licenziando i domestici'', ha commentato caustico il parlamentare laburista Dennis Skinner.

Con la Gran Bretagna rientrata ufficialmente in recessione, Cameron aveva oggi ben altre gatte da pelare ma ha dovuto fare i conti con il Tabloidgate dando a Hunt la sua ''piena fiducia''. Le accuse di aver concesso a Murdoch accesso privilegiato mentre era in ballo l'offerta su BSkyB ''sono risibili'', ha proclamato il ministro della Cultura nella bufera che e' anche il punto di riferimento del governo britannico per Londra 2012. Ma il caso non e' chiuso: nell'agosto 2009, ha scoperto il Guardian, Hunt passo' cinque giorni al quartier generale di News Corp a New York mentre Rupert e James Murdoch preparavano l'offerta per BSkyB.

Qualche giorno dopo James incontro' Cameron al George, un club privato di Londra, e gli annuncio' che News Corp aveva deciso di spostare il suo endorsement dai laburisti ai conservatori.

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