Scandalo News of the World. Traballa l’impero di Murdoch, rischia di perdere la pubblicità

Pubblicato il 6 Luglio 2011 - 13:02 OLTRE 6 MESI FA
murdoch

Rupert Murdoch (Ap photo)

LONDRA – L’impero di Rupert Murdoch traballa su un terreno rischioso, quello di una ragazza scomparsa, del suo telefono intercettato da un investigatore di News of the World e di alcune società pronte a ritirare la pubblicità dai giornali del tycoon australiano. Vacilla dunque l’acquisizione al 100% della piattaforma satellitare BSkyB.

Il cellulare di Milly Dowler, sparita nel marzo 2002 nel Surrey e ritrovata morta in un bosco sette mesi dopo a soli 13 anni, sarebbe stato violato da un detective del domenicale del gruppo di Murdoch, News of the World.

Stando a quanto scrive il Financial Times il rischio è che vengano fuori altre rivelazioni a complicare la situazione già difficile di Murdoch.

News Corp non ha intenzione di fare nessun passo indietro, anzi ha apertamente preso le parti di Rebekah Brooks, amministratore delegato di News International ed ex direttore del tabloid, che si è rifiutata di dimettersi. Lei sostiene di non saperne nulla di questa brutta storia, dice di non avere mai avuto notizia che il telefono di Milly Dowler fosse sotto il controllo di un investigatore privato che lavorava per il suo giornale.

La grana più grossa per Murdoch però sono le pubblicità, tante società sono pronte a ritirare tutte le loro inserzioni visto lo scandalo che imbarazza e stupisce, e non poco, la Gran Bretagna.

E’ partito persino un tam tam sul sito di microblogging Twitter per boicottare gli spot sul domenicale. Ford ha annunciato che sospenderà la pubblicità, sottolineando di avere a cuore “gli standard di comportamento del suo personale e di quello con cui tratta all’esterno”.

E’ della stessa opinione la Renault. Lloyds Banking Group, Everything Everywhere, Npower e Halifax sono in dubbio, ma hanno fatto sapere che il loro rapporto con il tabloid è a rischio.

Passando ai politici, il premier David Cameron è in imbarazzo, mentre il leader laburista Ed Miliband vuole un’inchiesta pubblica sullo scandalo.