ROMA – Niccolò Ciattti. “Ballavano sul suo sangue”, testimone oculare (e anonimo per paura del web). “È ripartita la musica e i dj incitavano la gente a ballare. Lo hanno fatto anche sul sangue di Niccolò”: è un testimone oculare del pestaggio mortale di Niccolò Ciatti fuori dalla discoteca spagnola di Lloret de Mar a raccontare l’ultimo sfregio al 25enne toscano al cronista de La Nazione.
Ballavano sulla pozza di sangue dove si era appena consumata la tragedia di un ragazzo massacrato a morte da tre ceceni ubriachi e picchiatori di professione profughi in Francia, per futili motivi.
Il testimone ha chiesto e ottenuto di rimanere anonimo per esporsi all’inevitabile gogna social di chi rimprovera i presenti di non aver mosso un dito per Niccolò. Giura che era impossibile: i tre si dividevano la scena con professionalità disarmante, uno si accaniva su Niccolò, gli altri due allontanavano a cazzotti chiunque osasse intervenire.
La versione smentisce la versione dell’unico ceceno responsabile, Rassoul Bisultanov: gli altri due collaborano eccome, questo giustifica ulteriormente lo sconcerto per la loro scarcerazione immediata (ma sono ancora indagati).
La certezza che emerge dal racconto: tutti e tre erano in cerca di rogne. “Mezz’ora prima dell’aggressione – racconta – uno di loro, alto con barba e polo rossa (Magamadov ndr), è salito al terzo piano del St.Trop’s dove si trova la terrazza e ha cacciato un urlo disumano facendoci girare tutti. Poi è sceso”. Il ceceno, 10 minuti dopo, ha rifilato una spinta a un amico di Luca. “Abbiamo visto la scena – spiega – ma il mio amico non si è girato per evitare discussioni”. L’escalation alcolica dei ceceni cresce fino alle 3 di notte e mezz’ora dopo arriva il contatto con Niccolò. (Claudio Capanni, La Nazione)