Norvegia. Sopravvissuti alla carneficina di Utoya e testimoni oculari di Oslo raccontano

OSLO – I sopravvissuti al massacro del raduno giovanile sull’isola di Utoya ed alcuni testimoni presenti ad Oslo nelle vicinanze del luogo dell’esplosione, raccontano, nei video pubblicati dalla Reuters, della confusione e del terrore tra la gente dopo l’attacco al quartiere del governo nel centro della capitale norvegese e del panico della gente rimasta intrappolata sulla piccola piattaforma di terra al largo delle coste nord occidentali della Norvegia.

Alla sparatoria sull’isola di Utoya, secondo obiettivo in ordine temporale dopo l’attacco al quartiere del governo nel centro della città, anch’esso andato a segno nella stessa giornata di venerdì, era presente il giovane Jorgen Benone che racconta: “Avevamo appena parlato di quello che stava accadendo a Oslo. Sono andato verso la zona pranzo e la gente correva verso l’acqua in preda al panico. Io ed altri abbiamo pensato che stessero scoppiando dei palloncini e che ci sarebbe stata una normale spiegazione per quel rumore. C’era gente che correva in tutte le direzioni, gente che saltava dalle finestre, gente che temeva per la propria vita. La maggior parte delle persone andava verso l’acqua o si nascondeva dietro le rocce. Lui – continua Jorgen riferendosi all’uomo considerato artefice della sparatoria sull’isola e dell’esplosione nella capitale norvegese, poi identificato come Anders Behrin Breivik, cittadino norvegese di 32 anni e arrestato dalla polizia come sospettato – era vestito come un poliziotto e cercava di comportarsi come se fosse lì per aiutarci”.

Anche Dana e Hana Barzingi, di nazionalità inglese, si trovavano sull’isoletta. Ancora sotto shock Dana ricorda: “Poi c’era tanta gente che era stata colpita dagli spari, così ho salvato … ho cercato di salvare quelli che ho potuto, ma c’erano persone per le quali non ho potuto fare niente… così…”.

Hana Barzingi, parlando di Breivik, prosegue:“ Sì, lui semplicemente sparava su tutti. Non stava pensando, io credo. Credo che avesse qualche problema con se stesso. Ma è stato come in un incubo. Non riesco a credere che quanto è accaduto sia vero”.

Quanto era già successo in città qualche ora prima di Utoeya lo racconta, tra gli altri, Kjersti Vedun. “C’è stata un’esplosione – ha detto Vedun mentre lasciava l’area di Oslo dove è avvenuto il disastro – Doveva essere una bomba. La gente correva in preda al panico … ho contato almeno 10 persone ferite”.

Tra i testimoni oculari presenti nei pressi del luogo del disastro negli attimi immediatamente successivi all’esplosione, una ragazza norvegese e un uomo raccontano della loro esperienza.

Dice la ragazza : “All’improvviso abbiamo visto vetri che ci venivano addosso, ci è stato detto di ritornare dentro e quando siamo tornate fuori per la strada abbiamo visto che ogni cosa era stata danneggiata. Si è detto che era stata una bomba, io non lo so”.

L’uomo racconta di avere sentito un terribile boato ed il rumore di vetri infranti, ma fortunatamente non è stato colpito perché si trovava nella strada a fianco insieme ad altri.

In un video amatoriale, anch’esso pubblicato dalla Reuters, col quale sono ripresi gli istanti immediatamente successivi all’esplosione nel centro di Oslo, si sente un uomo parlare in norvegese fuori dal campo visivo, forse al telefono, che dopo avere gridato se qualcuno aveva bisogno d’aiuto si sente che dice: “Sono io. E’ accaduto qualcosa di terribile ad Oslo. E’esplosa una bomba. Per me è tutto ok. E’ la cosa peggiore che io abbia mai visto”.

Il doppio attacco in Norvegia è il più grave ad avere colpito l’Europa occidentale dopo gli attacchi terroristici a Londra del 2005.

 

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