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Olanda: eutanasia anche per chi “vuole chiudere con la vita”

di Elisa D'Alto |13 Ottobre 2016 21:59

Olanda: eutanasia anche per chi “vuole chiudere con la vita” (una clinica per l’eutanasia in Olanda)

AMSTERDAM – Eutanasia non solo per i malati terminali. Il parlamento olandese, infatti, intende redigere una legge mirata a legalizzare il suicidio assistito per chi ritiene di averconcluso il proprio ciclo di vita e che è non necessariamente un malato terminale, tra cui le persone con problemi psichiatrici.

L’Olanda, nel 2002, è stato il primo paese a legalizzare l’eutanasia ma, all’epoca, si trattava solo di pazienti che soffrivano di dolori insopportabili, malattie per cui non c’era speranza di trovare una cura. Questa settimana, in una lettera al parlamento, i ministri della Sanità e della Giustizia, hanno affermato che pur essendoci dettagli su cui ancora lavorare, alle persone che “hanno ponderato a lungo sul fatto che la loro vita sia ormai giunta a conclusione, in base a criteri attenti e rigorosi, possa essere concesso di porre termine all’esistenza in modo dignitoso”.

In Olanda, attualmente, chi vuole praticare il suicidio assistito legale ha l’obbligo di presentare una richiesta avallata da un medico. Il medico di base, deve essere dunque d’accordo che il malato è in una condizione senza speranza, di sofferenza “insopportabile”, fisicamente o – in modo controverso – mentalmente. Soprattutto, non ha alcuna speranza di miglioramento.

La richiesta passa poi a un comitato etico che prende una decisione, di norma entro una settimana. In Olanda, il 4% dei 140.000 decessi all’anno è conseguente al suicidio assistito ma la cifra è in aumento. Il numero crescente di eutanasia, riguarda in particolare gli olandesi con malattie mentali. Nel 2010, due persone hanno effettuato l’eutanasia ma lo scorso anno il numero è salito a 56.

Di questi, 36 suicidi assistiti sono stati praticati da medici della clinica “End of Life” di Amsterdam, che ha una lunga lista d’attesa e in Olanda invia squadre mobili di eutanasia per assistere i pazienti che hanno deciso di porre fine alla loro esistenza in casa. La clinica è gestita da Steven Pleiter, ex direttore per l’Europa della società americana IT. All’inizio del 2016, Pleiter, ha affermato:”Una delle ragioni per cui è stata istituita la clinica, è quella di aiutare i “dimenticati” che desiderano l’eutanasia ma viene loro negata”.

“Si tratta di un gruppo enorme: persone che soffrono di demenza, anziani senza una chiara diagnosi e altri con problemi psicologici”. Molti dei pazienti affetti da malattie mentali non avevano ottenuto il certificato dal proprio medico. Spiega Pleiter: “Se una persona ha il cancro e la prognosi è infausta, con l’eutanasia assistita porrà fine alle sofferenze. Ma quando non è possibile stabilire se il paziente sta morendo o quando accadrà, e per un malato con problemi psichiatrici potrebbero passare anni, i medici hanno difficoltà a porre termine a una vita”.

Una ricerca mostra che il 70% di persone con problemi psichiatrici aiutate a morire dalla clinica olandese, erano donne e un quarto di loro aveva meno di 50 anni. Molti dei pazienti della clinica, affetti da patologie psichiatriche, hanno già tentato il suicidio in numerose occasioni, in particolare gli uomini. A più del 30% di loro, in passato è stata negata l’eutanasia e spesso perché la loro volontà poteva essere collegata al disturbo mentale.

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