Una macchina da soldi anche da morto: il destino dell’orso Knut

ROMA – Valere più da morto che da vivo: è il destino di Knut, l’orsetto polare dello zoo di Berlino. Nato in cattività nel 2006, rifiutato dalla madre, il piccolo orsetto era stato cresciuto da un guardiano dello zoo.

Con la sua tenera presenza Knut ha portato allo zoo della capitale tedesca una valanga di soldi: tra il 2007 e il 2009, ricorda Giurnalettismo, i visitatori del parco sono passati da due milioni e mezzo a tre milioni e mezzo, portando nelle casse dello zoo più di trenta milioni di dollari. Non solo: grazie al business che gli è girato intorno – dalle caramelle a forma di Knut alle carte bancomat con il suo musetto – l’orso bianco ha generato oltre 140 milioni di dollari di business.

Peccato che nel 2010, cresciuto, Knut sia diventato “meno carino”, portando così ad un calo di presenze nello zoo. A marzo è morto per un’infiammazione al cervello che gli ha fatto perder i sensi, facendolo cadere in acqua, dove è annegato di fronte a centinaia di fan scioccati.

Ma con la sua morte non sono finiti i giri di soldi: decine di case editrici, registi e pubblicitari stanno cercando di trarre profitto dal ricordo del cucciolone bianco prima che la memoria sbiadisca.

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