Il “mostro” di Oslo voleva colpire il Papa “codardo e corrotto” e l’Italia. Rischia 21 anni

foto Ap/Lapresse

OSLO – Ne ha per tutti l’attentatore di Oslo, Andeers Behring Breivik. L’eroe modello, come è definito su Facebook, riserva attenzioni anche all’Italia e al Vaticano nel suo “manifesto”. La “corruzione” della Chiesa è la sua ossessione, papa Benedetto XVI è definito «codardo, incompetente, corrotto e illegittimo» Giovanni Paolo II. L’Italia poi che Paese: sul Parlamento siedono alcuni partiti «cultural-marxisti, umanisti-suicidi, capitalisti-globalisti», elencati minuziosamente: «Pdl, Pd, Idv, Udc».

Nei resoconti di Breivik, che rischia 21 anni in galera per aver ucciso a sangue freddo un centinaio di persone, c’è anche la faccia economica del Belpaese, quella che ospita 16 raffinerie di petrolio: da Porto Marghera a Taranto, da Gela a Sarroch, ci sono proprio tutte.

Ciò che conta però è che il ragazzo aveva pianificato anche come fare saltare tutti quei luoghi: con un barcone da pesca e «con 30-100 mila euro» si può fare «un attacco di successo», danni «da 2 a 40 miliardi». Dell’Italia scrive ancora che ci sono  «60.000 patrioti pronti alla battaglia» e che  «In una lettera apparsa sull’autorevole giornale Corriere della Sera, l’ex presidente Francesco Cossiga ha rivelato nel 2008 che il governo aveva concesso libertà di movimento ai terroristi arabi, negli anni 70, in cambio della cessazione degli attacchi».

Il killer di Utoya in 1.500 pagine si autodefinisce così: «Sarò visto come il più grande mostro (nazista) mai conosciuto dalla Seconda guerra mondiale». Ha scritto un vero e proprio documento che si apre con una croce purpurea e la scritta «2083 una dichiarazione europea di indipendenza».

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