Processo al corvo, il responsabile del carcere: “Gabriele trattato con i guanti”

Pubblicato il 3 Ottobre 2012 - 15:18 OLTRE 6 MESI FA
Paolo Gabriele (Foto Lapresse)

ROMA – Altro che “condizioni disumane”: in prigione “Paolo Gabriele è stato trattato con i guanti bianchi”. Il responsabile della custodia in carcere Luca Cintia, testimone al processo dell’ex maggiordomo del papa, si difende dalle accuse del “corvo”.

Chiamato a deporre su cm’è andata durante la perquisizione in casa di Gabriele, il vice commissario Cintia ha concluso la sua testimonianza rispondendo alle accuse sollevate da Gabriele sui presunti abusi commessi dalla Gendarmeria Vaticana.

Gabriele aveva detto di essere stato rinchiuso per le prime due settimane in una cella in cui non poteva neanche allargare le braccia e con la luce accesa 24 ore su 24.

”Paolo Gabriele è stato trattato nel miglior modo possibile, con i guanti bianchi”, e ”ci ha ringraziato più volte del trattamento riservato a lui, alla famiglia e ai figli”, ha detto Cintia, responsabile della detenzione dell’ex maggiordomo di Benedetto XVI.

Sui presunti maltrattamenti subiti in carcere da Gabriele è stato aperto un fascicolo d’inchiesta, in particolare sulle visite (consentite) del medico e dei familiari di Gabriele.

”Fin dal primo momento, ha detto Cintia, il comandante della Gendarmeria, Domenico Giani, ci ha dato l’ordine di tutelare le persone, sia Paolo Gabriele che la famiglia e i figli, e questo in ogni momento è stato fatto. Paolo Gabriele ci ha ringraziato più volte del trattamento avuto, sia verso di lui che verso la famiglia”.

Cintia ha chiesto di mettere a verbale che Paolo Gabriele ”ha ringraziato me, i miei colleghi e il dottor Giani del trattamento ricevuto”. ”E’ molto importante per me”, ha sottolineato il responsabile della custodia.

E oggi, 3 ottobre, con le deposizioni di quattro membri della Gendarmeria, si è concluso l’esame dei testi nel processo a Gabriele, accusato di furto di documenti riservati del Papa. L’udienza è stata rinviata a sabato 6 ottobre per la requisitoria dell’accusa e l’arringa della difesa, cui seguiranno camera di consiglio e sentenza