Parigi, immigrato fulminato cercando di saltare su treno per Regno Unito

Parigi, immigrato fulminato cercando di saltare su treno per Regno Unito
(Foto Lapresse)

PARIGI –  Un morto e un ustionato in nemmeno 24 ore: è il bilancio dei migranti che hanno perso (o rischiano) la vita in Francia oggi, mercoledì 29 luglio.

Il corpo senza vita di un ragazzo sudanese di trent’anni è stato ritrovato questa mattina nel terminal d’accesso dell’Eurotunnel, preso d’assalto per la seconda notte consecutiva da migliaia di clandestini che sognano di raggiungere la Gran Bretagna. Mentre alla Gare du Nord di Parigi un egiziano sans-papiers è rimasto fulminato dall’alta tensione nel tentativo di introdursi clandestinamente a bordo di un treno Eurostar per Londra. L’uomo è stato trasportato al reparto grandi ustionati dell’ospedale Saint-Louis dove combatte tra la vita e la morte.

L’acuirsi dell’emergenza nel terminal Eurotunnel risale a martedì notte, quando almeno 2.200 persone hanno invaso l’area di 350 ettari nella speranza di riuscire a saltare su uno dei convogli ferroviari che in 35 minuti raggiungono l’ ‘eldorado’ britannico.

Un copione che si è ripetuto la notte scorsa. Solo che questa volta ci è scappato il morto: il nono tra i migranti nel sito di Eurotunnel da inizio giugno. La vittima sarebbe rimasta schiacciata da un camion in uscita.

All’imbocco del tunnel i convogli viaggiano a una velocità di 30-50 chilometri orari. Nelle ore notturne viaggiano soprattutto vagoni scoperti, adibiti al trasporto merci, sui cui è più facile saltare o trovare appiglio.

Ormai da settimane, il consorzio franco-britannico che gestisce l’infrastruttura denuncia l’inerzia dei governi di Parigi e Londra invocando un dispositivo più “appropriato”. Eurotunnel dichiara di aver bloccato con i propri mezzi ben 37.000 individui da inizio gennaio, ma ora ritiene di non essere più in grado di gestire la situazione. L’amministratore delegato, Jacques Gounon, ha denunciato in radio “invasioni massicce, sistematiche” e “forse anche organizzate”.

La scorsa settimana, la società di gestione annunciò l’intenzione di chiedere ai due Paesi un indennizzo – stimato in 9,7 milioni di euro – per i costi della sicurezza e le perdite legate all’afflusso di migranti. Nel continuo scambio di accuse il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, ha chiesto a sua volta ad Eurotunnel di “assumersi le proprie responsabilità”. Ha poi annunciato l’invio, già da oggi, di altri 120 agenti per proteggere il sito.

“E’ un buon segnale ma non bastano”, ribatte da parte sua il sindaco di Calais, Natacha Bouchart, chiedendo a Parigi e Londra risarcimenti milionari per l’intera regione.

 

La Gran Bretagna ha già sborsato 4,7 milioni di euro per la costruzione di barriere intorno ai terminal francesi sulla Manica. Ieri, nel giorno della missione di Cazeneuve a Londra, il governo britannico ha annunciato un ulteriore pacchetto per la sicurezza da 10 milioni di euro.

A Parigi, le forze dell’ordine hanno sgomberato un accampamento di rifugiati formatosi nuovamente alla Halle Pajol, nel nord della capitale. Le operazioni si sono svolte nella calma. Mentre Le Monde pubblica un reportage sui primi casi di famiglie transalpine che scelgono di offrire una stanza – magari quella del figlio ormai andato via di casa – a chi non ha un tetto e fugge da guerra, persecuzioni e miseria.

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