E’ morto in battaglia a Irpin l’attore e conduttore ucraino Pasha Lee. Aveva 33 anni e si era arruolato nelle truppe ucraine il primo giorno dell’inizio dell’invasione russa.
La notizia è stata diffusa in queste ore dall’agenzia di stampa ucraina Ukrinform che ha citato il capo della Unione nazionale dei giornalisti, Serhiy Tomilenko.
Cosa sta succedendo a Irpin
Da ieri nella città di Irpin, le truppe russe stanno avanzando con carri armati e unità di fanteria motorizzata, oltre a tentare di raggiungere la periferia orientale di Kiev attraverso i distretti di Brovarsky e Boryspil.
È qui che, in quelle stesse ore, una famiglia ucraina che cercava una via di fuga è stata fatta bersaglio dai russi.
Nell’esprimere tristezza e condoglianze per la famiglia e gli amici dell’attore, Tomilenko ha definito Pasha Lee “il più gioioso e solare”. A confermare la notizia, della morte dell’attore, negli stessi minuti, anche il reporter Ilia Ponomarenko.
Pasha Lee era anche un conduttore molto famoso in Patria. Il 33enne lavorava per il canale televisivo Dom channel.
Zelensky: “Troveremo ogni bastardo che ha sparato contro le nostre città”
“Non perdoneremo – ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un discorso alla nazione in occasione della Domenica del Perdono -. Non dimenticheremo. Puniremo tutti coloro che hanno commesso atrocità in questa guerra sulla nostra terra. Troveremo ogni bastardo che ha sparato alle nostre città, alla nostra gente, che ha bombardato la nostra terra, che ha lanciato razzi. Non ci sarà posto tranquillo su questa terra per voi. Eccetto la tomba”.
“Oggi è la Domenica del Perdono. Ma non perdoneremo centinaia e centinaia di vittime. Migliaia e migliaia di sofferenze. E Dio non perdonerà. Non oggi. Non domani. Mai. E invece del Perdono, ci sarà un Giorno del Giudizio. Non perdoneremo le case distrutte. Non perdoneremo il missile che la nostra difesa aerea ha abbattuto oggi su Okhmatdyt. E più di cinquecento altri missili simili che hanno colpito la nostra terra. In tutta l’Ucraina… colpita la nostra gente e i nostri bambini. Non perdoneremo l’uccisione di persone disarmate. La distruzione della nostra infrastruttura”.