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ROMA – Al prezzo di pochi spiccioli – sì perché parliamo di milionari – un esercito di oligarchi russi, sceicchi arabi, nuovi ricchi cinesi (ma anche turchi, libanesi, brasiliani con grandi disponibilità finanziarie) si è comprato, alla lettera, il diritto alla cittadinanza europea, con tutti i vantaggi del caso nello spazio Schengen dove possono circolare liberamente e senza alcun controllo.
In dieci anni sono stati 133mila i passaporti rilasciati a chi ha comprato un immobile o investito in una società di un paese membro della Ue. Tutti milionari che, a dispetto dello ius soli e dell’aggressiva politica di respingimento dei poveri migranti economici, alimentano il business più o meno occulto dei passaporti, occulto perché gli Stati non forniscono dati certi.
In Lettonia, ad esempio, bastano 50mila euro da investire o l’acquisto di un immobile da 250mila per guadagnarsi il passaporto: i rischi – segnalati da Roberto Galullo e Angelo Mincuzzi del Sole 24 Ore – sono, stante la mancata individuazione di profili criminali e chiudendo più di un occhio sull’origine della ricchezza, il riciclaggio e altri reati finanziari che compromettono la salute del grande spazio economico.
I paesi più generosi verso i milionari sono il Portogallo, la Spagna, Malta (si parla di 6mila passaporti elargiti). “L’industria della cittadinanza coinvolge oltre 550 società in tutto il mondo che si occupano di creare e gestire gli schemi per ottenere la seconda residenza o cittadinanza. Questo business raggiungerà i 20 miliardi dollari entro il prossimo anno”.