Pedofilia, in Belgio una commissione parlamentare indagherà sugli abusi nella Chiesa

Rompere il silenzio sui tanti casi di abusi sessuali compiuti in Belgio dai preti pedofili: questa una delle principali esigenze con cui il 28 ottobre il Parlamento federale belga, all’unanimità, ha varato una commissione parlamentare che si occuperà degli scandali che hanno coinvolto la Chiesa del Paese.

Formata da tredici deputati, espressione dei partiti di riferimento sia della popolazione di lingua fiamminga che di quella di lingua francofona, la commissione sarà guidata da una donna, esponente del Partito socialista, Karine Lalieux.

Dopo la prima riunione del 28 ottobre, subito dopo la nomina, il prossimo appuntamento è già stato fissato per il 10 novembre, quando saranno anche scelti gli esperti da ascoltare nel corso di audizioni.

La commissione non si sostituirà alla magistratura a cui compete di giudicare i tanti casi di pedofilia denunciati in Belgio e lavorerà riaffermando l”’indispensabile separazione” tra la Chiesa e lo Stato.

L’idea di dar vita a una commissione ad hoc era già emersa lo scorso mese, sull’onda dello shock provocato dalla pubblicazione delle testimonianze di centinaia di vittime che hanno raccontato il loro calvario di abusi da parte dei preti soprattutto dagli anni ’50 agli anni ’80. Tredici di loro non ce l’hanno fatta e si sono suicidate.

Ma le denunce alla magistratura non si fermano, solo nell’ultimo mese ne sono arrivate altre 103. ”La legge del silenzio deve essere interrotta – ha affermato nel dibattito in Parlamento il deputato verde Stefaan Van Hecke -, vogliamo porre fine ad una simile omertà”.

Critiche sono state avanzate anche all’indirizzo del primate del Belgio, monsignor Andre’-Joseph Leonard finito nella bufera dopo aver affermato che dovrebbe essere usata clemenza per i preti pedofili anziani, invece ”esercitare una sorta di vendetta”. Queste parole sono state ritenute da diversi deputati un motivo in più per dare vita alla commissione che, hanno sottolineato, deve dare una risposta ”a fatti terrificanti”.

Gestione cookie