LONDRA – Sette polli su dieci nel Regno Unito sono contaminati da un batterio che può essere letale. Si chiama Campylobacter e, secondo le analisi fatte dalla FOod Standards Agency (FSA, l’agenzia che si occupa dei controlli sul cibo in Gran Bretagna), il 70% della carne di pollo venduta nel Paese ne ha delle tracce. Anzi, più che delle tracce: una presenza “massiccia”.
Questo batterio non è nuovo nel Regno Unito: è, infatti, la principale causa di avvelenamento alimentare nel Paese, ogni anno colpisce 280mila persone e ne uccide un centinaio. I rischi derivano dal consumo di carne di pollo cruda.
Il Campylobacter provoca la campbylobatteriosi, una malattia i cui sintomi sono diarrea, febbre, brividi, nausea e crampi addominali. Colpisce soprattutto i bambini e gli immunodepressi. Nei casi più severi può arrivare alla paralisi e alla morte nel giro di 24 ore. E’ la prima causa di paralisi acuta non traumatica nel mondo.
La FSA ha anche pubblicato i livelli di contaminazione presenti nei polli venduti dalle catene di supermercati. I livelli più alti sono quelli dei polli veduti da Asda (78% di polli contaminati), Coop (73%), Morrisons, Sainsbury e Waitrose (69%), Marks & Spencer (67%) e Tesco (64%). I dati delle catene Aldi e Lidl non erano disponibili.