Le scoppiano le protesi e il silicone le entra nel sangue: l’odissea di Tracey Stevens

Tracey Stevens

Quando aveva fatto l’operazione per aumentare il seno, sembrava che tutto fosse andato per il meglio. Ma poi Tracey Stevens, impiegata opsedaliera di Dartford, nel Kent, ha iniziato a stare molto male, ad avere lunghissimi periodi di spossatezza e strani dolori alle articolazioni. Poi, quando il malessere l’ha bloccata a letto, Tracey ha scoperto che entrambe le protesi di silicone che le erano state impiantate nel seno si erano rotte e che il silicone si era sciolto nel suo sangue.

Immediata la decisione di rimuovere le protesi danneggiate e di sostituirle con altre più sicure: intervento che la Stevens ha pagato di tasca propria, perché il servizio sanitario inglese rimuove sì gratuitamente le protesi difettose, ma non le sostituisce. “Dopo l’operazione è stato fantastico – ha raccontato la donna alla trasmissione Tracey Story sul canale online Avia TV – perché quei sintomi terribili sono scomparsi e io ho recuperato completamente”. Ma per eseguire il secondo intervento è stato necessario rimuovere dei linfonodi (organi del sistema linfatico in grado di intercettare e distruggere i germi) che erano stati intasati di gel e questo potrebbe avere ripercussioni sul suo sistema immunitario.

Alla fine, quindi, Tracey ha scoperto di essere la prima vittima inglese dello scandalo delle protesi difettose, che ha interessato centinaia di migliaia di donne in tutto il mondo. A marzo fu il giornale transalpino Le Parisien a sollevare il polverone, raccontando che la procura di Marsiglia aveva aperto un’inchiesta sulla ditta francese produttrice delle protesi, accusata di aver usato un tipo di gel di silicone non autorizzato dalle autorità sanitarie del Paese per ridurre i costi. E proprio la scarsa qualità del prodotto utilizzato sarebbe la causa delle rotture frequenti e senza apparente spiegazione, con conseguente grave rischio per la salute delle donne.

Gestione cookie