MOSCA – Nadja Tolokonnikova si era lamentata del campo di lavoro in Mordovia, dove era stata rinchiusa dopo la condanna a due anni di carcere per la preghiera punk nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. Ma ora starà anche peggio. La Pussy Riot è stata trasferita, il marito da giorni denuncia la sua scomparsa, ma probabilmente è diretta in Siberia.
Le autorità russe parlano della Colonia numero 50 nella regione di Krasnoyarsk, a 4.400 chilometri da Mosca. Una punizione per la sua lettera scritta ai media giorni fa, in cui raccontava le condizioni nella colonia numero 14 in Mordovia, secondo il marito Pyotr Verziolov.
Anche il padre di Nadia, Andrei Tolokonnikov, è seriamente preoccupato per la salute della figlia, che tra pochi giorni compirà 24 anni. Le autorità russe non gli hanno comunicato dove sia diretta, nonostante avessero promesso di farlo.
La ragazza “sta bene” e arriverà “molto presto” nella nuova colonia penitenziaria, assicura Vladimir Lukin, Commissario russo per i diritti umani, che ha contattato il Servizio Penitenziario Federale su pressione degli attivisti russi e internazionali che negli ultimi giorni hanno inscenato picchetti a sostegno della dissidente. Ma nemmeno lui sa dove si trovi Nadia. “Mi hanno detto che sta bene e che è ancora in viaggio diretta a uno dei penitenziari dove continuerà a scontare la propria pena”, spiega l’ufficiale, ma per “ragioni di sicurezza” Tolokonnikova viaggia in uno scompartimento separato, ed è “tenuta in una cella separata tra una tappa e l’altra”. Accompagnata da un medico, è in condizioni “soddisfacenti”.
La legge, ricorda, proibisce a parenti e avvocati di vederla e sapere dove si trova, finché non raggiungerà la sua meta finale. L’incertezza rimane: la condanna a due anni scade a marzo 2014.