Qatargate , Natale amaro: protagonisti in carcere, nomi nuovi in vetrina. Tremano i palazzi del Potere in Europa. Tranciante su La 7 Fausto Bertinotti: ”La Sinistra è come un cane percosso che sta annegando. Vi immaginate Berlinguer che faceva il lobbista?”.
E poi, ancora più duro: ”Il Pd? È un morto che cammina“. Toni ferali. Sulla stessa lunghezza d’onda l’ex ministro Livia Turco che ha scelto la pausa natalizia per esprimere i suoi sentimenti di queste ore buie (“vicenda dolorosa e sconvolgente”) ma anche per sottolineare l’urgenza “di riformare le istituzioni sul tema delle lobby”.
UN CORO A SINISTRA: SMARRITA L’IDENTITÀ
Le festività incoraggiano i commenti. Ne sta uscendo un Natale (e Santo Stefano) inaspettatamente loquace se non addirittura verboso. Tre nomi presi dal mazzo: Franco Giordano, Alfonso Pecoraro Scanio, Jacopo Fo. L’ex segretario di Rifondazione (nel biennio 2006-2008) ammette di provare “grande amarezza e grande sofferenza”. E punta il dito contro lo smarrimento della identità. Un autentico spaesamento. L’ex leader dei Verdi, ministro in due governi (Prodi e Amato), invoca “meccanismi molto netti di trasparenza sia per i politici sia per i funzionari “.
E propone, come aveva detto ai tempi di Tangentopoli, “la confisca degli ingiusti arricchimenti di politici, direttori generali, magistrati, funzionari”. Infine lo scrittore Jacopo Fo, figlio del premio Nobel, che nel 1987 venne cacciato da L’Unita’ per aver scritto un articolo dal titolo “Anche i comunisti rubano”. Non usa giri di parole: ”Sicuramente è l’ennesimo caso di corruzione, ma non vi trovo niente di nuovo”.
L’EUROSCANDALO SI ALLARGA
Fioccano nomi nuovi nel tritacarne degli inquirenti. Anche aree geografiche diverse. Non solo Qatar, non solo Marocco. Ora spuntano addirittura la Mauritania e il Sudafrica. Eva Kaili, 44 anni, ex vicepresidente del Parlamento Ue, tuttora in carcere (vi resterà ancora un mese, almeno) dal penitenziario di Haren, “spara” nomi in diverse direzioni ma per i giudici la star della tv greca non dice tutto.
Spunta ora anche una europarlamentare belga di chiare origini siciliane e addirittura un barista sloveno. E Antonio Panzeri – dicono i giudici belgi – “è l’anima della frode “.