MOSCA – Referendum in Crimea: oltre il 90% dei votanti ha scelto l’annessione alla Russia. Lo ha riferito la tv statale russa Rossia 24. Vladimir Putin quindi sfida il resto del Mondo ma rischia le sanzioni da parte dell’Unione europea.
Il 7%, secondo lo stesso exit poll, ha votato per il secondo quesito, che proponeva il ritorno alla costituzione della repubblica di Crimea del 1992 e lo status della Crimea come parte dell’Ucraina.
La Crimea quindi adesso chiederà ufficialmente lunedì la sua annessione alla Russia. Lo ha annunciato il primo ministro separatista Serghiei Aksionov sul suo profilo Twitter.
Migliaia di persone in piazza Nahimov a Sebastopoli stanno celebrando la vittoria dei sì all’annessione della Crimea nel referendum (vedi foto a seguire). Quando sono stati annunciati i dati ufficiosi, secondo i quali nella città a statuto speciale è stata sfondata la soglia dell’84%, la folla ha esultato.
Il voto è stato caratterizzato da un’affluenza altissima (il 64% degli aventi diritto si è recato nelle urne) e da cori filo russi in coda ai seggi.
“Oggi abbiamo preso una decisione molto importante, che entrerà nella storia”: lo scrive su twitter il premier della Crimea Serghiei Aksionov, commentando il referendum per l’annessione alla Russia.
Il presidente della Ue Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione Ue José Barroso dicono: ”Il referendum” in Crimea “è illegale e illegittimo e il suo risultato non verrà riconosciuto”. Anche il segretario di Stato Usa John Kerry ha definito il referendum illegale.
Il leader ceceno Ramzan Kadyrov si è già congratulato al telefono con il premier locale Serghiei Aksionov per il “ritorno alla Russia” e ha promesso investimenti da parte degli imprenditori ceceni nella penisola. Lo ha reso noto lui stesso su Instagram. “Stando ai risultati preliminari, il popolo della Crimea ha detto ‘si” all’adesione alla Russia”, ha poi commentato con i giornalisti.
Intanto i ministri degli affari esteri dei 28 “valuteranno la situazione” sulla crisi in Crimea “lunedì e decideranno su ulteriori misure”, ovvero sanzioni contro la Russia, “in linea” con quanto deciso dai capi di stato e di governo durante il vertice straordinario del 6 marzo dedicato all’Ucraina.
(Foto Ap/LaPresse)