Regina Elisabetta I di Inghilterra, i simboli nascosti nei ritratti

LONDRA – Elisabetta I d’Inghilterra, chiamata la Regina Vergine, nei ritratti utilizzava una sorta di codice segreto: quando ancora non esistevano gli spin doctor, i pittori dell’epoca utilizzavano dei simboli per convincere i sudditi della saggezza, intelletto e invincibilità della sovrana. Nel 1500, in sostanza i quadri erano l’Instagram della regina Elisabetta.

In un nuovo libro di “The elizabethian image: an introduction to english portraiture 1558 to 1603”, l’autore Roy Strong spiega i simbolismi dei tanti ritratti di Elisabetta I.  Il primo, “The Ditchley portrait” attribuito a Marcus Gheeraerts il giovane, è esposto al National Portrait Gallery di Londra. Nel 1592, un cortigiano di Elisabetta, Sir Henry Lee, la ospitò nella sua casa a Ditchley, nell’Oxfordshire. Il ritratto venne fatto per celebrare la visita e ritrae la regina come la padrona del suo regno. La sovrana, che indossa un abito bianco sta sulla mappa dell’Inghilterra con un piede appoggiato vicino a Ditchley. Una sfera celestiale simboleggia potere e saggezza.

E’ uno degli esempi di maggiore idealizzazione della figura di Elisabetta poiché oltre alla canonica fissità e rigidità della figura, la fattura del vestito va ad alterare le normali proporzioni corporee e la sua postura. Una serie di elementi esaltano qui l’idea della regina come figura ultraterrena da venerare, primo fra tutti il biancore diffuso della pelle, della veste elaborata e dei giri di perle (altro simbolo mariano molto utilizzato nella ritrattistica femminile). 

La luce che squarcia il cielo plumbeo è stata letta in connessione con il lampo, archetipo della manifestazione o della volontà divina. La regina reca con sé un paio di guanti – l’attributo delle gentildonne e dei gentiluomini – e un ventaglio – l’oggetto con cui è maggiormente presentata sia nei suoi ritratti.

Un sonetto in un cartiglio sul lato destro del dipinto afferma che supera il sole, mentre delle scritte in latino appaiono sullo sfondo: “Lei dà e non si aspetta”; “Può ma non si vendica” e “Nel restituire accresce”.

Nel corso dei secoli, i ritratti dei monarchi hanno abilmente confermato lo status regale. Quelli che ritraggono Elisabetta I spesso includono dei simboli per affermare le sue qualità, quelle necessarie per affrontare i momenti difficili della politica interna o delle relazioni internazionali.

Nel “Ritratto con setaccio” può sembrare strano vedere una regina che tiene in mano un setaccio ma per la sua capacità di separare il bene dal male era considerato un simbolo di discernimento.

I ritratti, dunque, data la loro persuasività talvolta hanno modellato il corso della storia come ad esempio il famoso “Ritratto con l’Armada”, 1588, attribuito a John Bettes. In questo ritratto ci sono dei simboli importanti: le perle sul capo e sull’abito simboleggiano la purezza, sulla sinistra la corona imperiale e la mano posata sul globo, le dita sono appoggiate sulle Americhe, alludendo alla possibilità di un’ulteriore espansione imperialista. La regina è circondata da simboli della maestà imperiale. Sullo sfondo, come finestre sul passato, ci sono due paesaggi marini che mostrano diversi momenti nella sconfitta britannica dell’Armada spagnola. Tutto ciò che riguarda questo quadro è destinato a suscitare stupore e riconoscimento del potere.

In qualsiasi dipinto ogni segno di vulnerabilità o debolezza doveva essere evitato, soprattuto in relazione a una regina in quanto donna. Motivo per cui nei ritratti, Elisabetta I non poteva apparire invecchiata. Aveva notato immediatamente che quando Nicholas Hilliard, il suo miniaturista ufficiale, la dipingeva preferiva una luce piatta e bianca dove non c’erano ombre. E da quel momento la regina chiese che qualsiasi ritratto dovesse essere dipinto “nel viale di un giardino, dove non c’erano alberi né ombre”. Non poteva permettersi di essere vista dal popolo come una persona fragile o con delle caratteristiche fisiche che potessero indurre a pensare che fosse debole o poco forte di salute.

Ma ben presto furono introdotti ulteriori controlli e complicati requisiti: uscì un proclama secondo cui gli artisti potevano copiare soltanto i ritratti della regina approvati ufficialmente. Per questo i ritratti che sono stati commissionati agli artisti nel corso degli anni, non rispecchiano totalmente il vero aspetto di Elisabetta I. 

Alcuni di questi ritratti rimangono un mistero, mantengono il loro segreto. Secondo Strong all’inizio del regno di Elisabetta, il Paese doveva essere riunito politicamente, socialmente e culturalmente: la monarchia era vista come il cuore di questa impresa.

Come rivelano i ritratti della Regina, è diventata un simbolo duraturo di continuità e di rassicurazione. Se il periodo elisabettiano conserva un fascino irresistibile, è in gran parte dovuto a una regina che viene immortalata in questi grandi ritratti come se avesse governato con lungimiranza, empatia e immenso potere. (Fonte: The Daily Mail)

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